Arriva il Robot muratore: in 14 ore costruisce casa – VIDEO

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Nuova puntata del nostro viaggio nella robotica applicata al mondo del lavoro. Durante il quale stiamo spiegando che importare masse di immigrati non solo è dannoso dal punto di vista sociale, ma anche inutile e a lungo termine pernicioso per il sistema economico. La scusa del bisogno di manodopera è un’invenzione di ignoranti e speculatori che non vogliono investire in tecnologia. Inchiodando l’Italia in un’economia retrograda senza crescita tecnologica e quindi senza la creazione di lavori in campi avanzati che fermerebbero l’emorragia di cervelli verso l’estero.

Il futuro non ha bisogno di crescita demografica, ha bisogno di ‘qualità’. E non la trovi importando africani, ma investendo in conoscenza.

Oggi vi presentiamo il nuovo robot-muratore del MIT. Il prototipo riesce a progettare e realizzare una struttura, anche a forma di cupola, senza l’aiuto umano in 14 ore. Pensate, ad esempio, cosa potrebbe significare in zone colpite da disastri come i terremoti. Ma, anche, cosa significa per l’immigrazione di muratori low-cost.

L’idea è quella di realizzare un robot che sia in grado di costruire case, bonificare alcune zone, raccogliere materiali e smistarli, senza essere aiutato dalle persone. Per la costruzione degli edifici questo robot-muratore si avvale della stampa 3D. Si tratta di tecniche innovative che stravolgeranno il mondo dell’edilizia. Soprattutto per la manodopera, le tempistiche, la realizzazione di particolari design e, ultimo ma non meno importante, i costi dei lavori.

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Inoltre è un macchinario totalmente autosufficiente, essendo alimentato a pannelli solari. In futuro potrebbe anche essere usato per preparare le fondamenta delle abitazioni in zone remote e dal difficile accesso. La macchina riesce anche ad analizzare lo spazio dove si trova e in base al sole e al vento decide dove inserire porte e finestre della futura abitazione. L’idea del MIT per i prossimi anni è di continuare lo sviluppo di questa tecnologia per progettare una macchina in grado di andare su Marte o sulla Luna e di progettare lì degli appartamenti e dei campi base. Ma, come spiega Steven Keating, che è al capo del progetto: “Abbiamo pensato a un oggetto innovativo per il futuro che però possa essere utilizzato anche subito dalle persone”.

E non è un caso unico:

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Un governo intelligente, quindi non il nostro, comprenderebbe che importare masse all’alba della rivoluzione robotica è un errore imperdonabile. Semplicemente: non abbiamo bisogno di loro. E cosa faranno, queste masse disoccupate, se non delinquere o inchiodare il Paese in un’economia da terzo mondo, dove si sfrutta manodopera low-cost che poi vive in baraccopoli invece di investire in tecnologia, che poi ha ricadute fondamentali in un tutto il tessuto economico e sociale?