La società multietnica è fallita, processare i criminali al governo

Vox
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Più una società è multietnica, più è violenta. La Jugoslavia e le nazioni posticce dell’Africa sono solo l’esempio più clamoroso. Quale stupida classe dirigente, avendo la possibilità di osservare la “società multietnica all’opera”, lavorerebbe per imporla nel proprio territorio, nei propri paesi? E’ criminale e paradossale: questi governi europei inviano missioni diplomatiche per impedire “genocidi etnici” laddove la società multietnica è realtà, e poi ne decantano le meraviglie nelle nazioni occidentali.

Pensiamo, in particolare agli Albanesi, gli stessi che invitiamo nel nostro Paese e che possono entrare allegramente senza visto: in poche decine di anni, a causa della fertilità tipica della popolazioni islamiche, sono divenuti maggioranza schiacciante in Kosovo, riuscendo nell’intento di “rubarlo” ai Cristiani serbi. Oggi, lo stesso sta lentamente accadendo in Macedonia. Domani, sarà Milano o qualche altra città oggi italiana? Un’intera regione?

Ci si chiede come mai i ‘nostri’ governanti agiscano in questo modo schizofrenico. Se siamo in presenza di una scelta consapevole, e quindi nasconda degli interessi inconfessabili, tra i quali l’idea di utilizzare il disordine multietnico per imporre una svolta totalitaria; oppure frutto di una classe dirigente completamente demente, succube degli effetti allucinogeni della cultura “dell’altruismo autolesionista”, ultimo epigono culturale del nichilismo stoico.

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E’ probabile la verità sia, come spesso accade, una sintesi delle due motivazioni: le nostre élites hanno in testa dei piani ben precisi, ma è probabile siano anche stupidamente convinte della bontà della società multietnica e dell’assoluto dovere di imporla, anche con la violenza, sulle recalcitranti popolazioni “razziste” d’Europa. Siamo in presenza di una nuova religione, e di nuovi fanatici missionari.

Un giorno, una Norimberga dovrà processare questi criminali, che attentano alla libertà e alla sicurezza dei loro popoli in nome di un’utopia condannata dalla realtà quotidiana. Quella che loro negano. O fingono di non vedere.

Riprendiamoci la nostra Italia. Con le buone, se possibile, con le cattive, se necessario.