LE ONG HANNO UN PIANO: AFRICANIZZARE E ISLAMIZZARE L’ITALIA A SPESE NOSTRE

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Il ritornello è sempre lo stesso e potrebbe essere riassunto più o meno così: poiché l’Europa non si adopera per far arrivare tutti i migranti comodamente in Italia, ci pensano le Ong.

Che con la scusa dei salvataggi combattono la loro personale battaglia per costringere il Vecchio Continente a trasformarsi in un porto accogliente per chiunque voglia sbarcare in cerca di un futuro. Senza alcuna regola.

Medici Senza Frontiere, Save The Children, Moas, Sea-Eye e via dicendo pretendono la creazione di “canali legali” per le migrazioni ed è per questo che si impegnano così alacremente nel traghettarli in Italia. Finché l’Ue non aprirà le porte agli immigrati attraverso “vie istituzionali”, loro continueranno a piazzarsi a poche miglia dalle coste libiche e ad intercettare i barconi. A scriverlo sono loro stesse nei propri siti internet: “Considerata la mancanza di operazioni di ricerca e soccorso dedicate e su vasta scala, abbiamo deciso di attivarci in prima persona”, scrive MSF. E poi aggiunge: “Siamo consapevoli di come le operazioni di ricerca e soccorso non costituiscano affatto una soluzione: solo l’istituzione di vie legali e sicure per raggiungere l’Europa potrebbe ridurre o eliminare del tutto le morti in mare”. Simili le parole usate da Save The Children: “Tra le raccomandazioni presentate alla UE e agli Stati Membri – si legge online – chiediamo di attivare e garantire vie sicure e legali attraverso le quali i migranti, e in particolare i bambini, possano raggiungere l’Europa evitando di affidarsi a trafficanti spregiudicati”. Life Boat, con la sua nave Minden, non è da meno e accusa l’Ue di avere politiche di “preclusione” del Mediterraneo. Stesso identico ritornello per tutte le altre associazioni caritatevoli.

In sintesi, le Ong vorrebbero che l’Ue accettasse legalmente tutti gli stranieri, annullando così le rotte dei trafficanti, ma producendo immigrazione di massa. Sembra vogliano sostituirsi agli Stati, costringendo l’Italia e l’Europa ad accogliere indistintamente chiunque domandi cittadinanza. A dirlo non è un populista qualunque, ma il pm di Catania Carmelo Zuccaro. Il quale nella sua audizione di fronte alle commissioni parlamentari si è chiesto se sia “consentito ad organizzazioni private sostituirsi a forze politiche e alla volontà delle Nazioni”.

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Non esiste infatti l’obbligo all’accoglienza. Esiste il dovere morale, politico e giuridico di dare assistenza ed asilo a chi fugge da guerre e persecuzioni. Ma questo non comprende i migranti economici, stranieri i cui flussi ogni Stato al mondo regola in base alle proprie capacità finanziarie e politiche. Nonostante ciò, le Ong stanno de facto sostenendo un afflusso incontrollato di uomini senza diritto all’accoglienza. Ne volete una prova? Nel 2016 delle 91mila domande di asilo esaminate in Italia, appena 17mila (il 19%) hanno avuto esito positivo. Gli altri non erano dunque profughi e “spingerli” ad arrivare in Italia per poi ottenere un giusto diniego li ha soltanto esposti ad inutili rischi in mare. Le organizzazioni umanitarie diranno che non è così, che loro pattugliano le coste libiche al solo scopo di salvare vite umane. Beh: qualcosa non sta funzionando allora. Da quando hanno iniziato le loro operazioni di SAR (ricerca e soccorso) i morti in mare non sono diminuiti. Sono aumentati.

In realtà, secondo numeri ufficiali del governo, degli immigrati sbarcati nel 2016, solo il 2,65 per cento è un vero profugo, con la stragrande maggioranza che soggiornano nel paese come clandestini.

Secondo l’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR), un totale di 181.436 immigrati è stato traghettato in Italia dalla Libia durante il 2016, un record. Questa cifra non comprende coloro che sono stati in grado di entrare clandestinamente, come accade molto spesso in Sardegna, ma solo quelli che sono stati ufficialmente registrati.

Di questi, solo 4.808 sono stati riconosciuti come rifugiati e hanno ricevuto asilo in Italia: appena il 2,65 per cento del numero totale di coloro che sono sbarcati.

Una statistica inquietante recentemente venuta alla luce rivela che la metà dei migranti sbarcati (90.334) non ha mai presentato domanda di asilo, ma è scomparsa, andando a gonfiare le file dei clandestini. Molti saranno terroristi islamici, quasi tutti spacciatori o criminali.

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Per i restanti 91,902 migranti che hanno chiesto asilo, al 60 per cento di questi (54.252) è stato negato. Ad un altro 21 per cento (18.979) sono stati assegnati permessi di “protezione umanitaria”, un permesso annuale dato non ai profughi ma a chi non si sa dove mandare, e il 14 per cento (12.873) la “protezione sussidiaria”, una sorta di permesso di asilo temporaneo.

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Nonostante il fatto che alla stragrande maggioranza degli immigrati in Italia è stato negato l’asilo, meno di 5.000 sono stati espulsi nel 2016, il che significa che più di 175.000 sono rimasti, e vivono in hotel senza averne diritto. Molti perché hanno fatto ricorso a spese nostre con gli avvocati delle Coop PD e del Vaticano.

Tornando alle motivazioni che muovono le ONG, il lato economico non è trascurabile: gli scafisti umanitari delle ONG ricevono centinaia di milioni di euro dai contribuenti. Gli introiti ufficiali – di quelli occulti, ovviamente, non possiamo sapere – delle ONG che traghettano clandestini dalla Libia all’Italia, parlano di un 70 per cento derivante da finanziamenti pubblici e per il restante 30 da donazioni di privati.

A farla da padrone, secondo dati aggiornati al 2016, sono Save the Children (che dietro il nome nasconde un’opera di genocidio etnico e non si occupa di bambini ma di traghettare immigrati e di facilitarne la diffusione e permanenza sul territorio) al primo posto, con 66 milioni di euro, Medici senza Frontiere al secondo con 50 milioni (più dieci), Emergency che grazie ai buoni uffici politici raccoglie non solo fancazzisti ma anche 38 milioni di euro. E poi ci sono tutti gli altri.

Save The Children è attiva nello scafismo umanitario dal mese di settembre 2015. Il business era troppo lucroso per essere lasciato ad altri. La nota associazione internazionale ha nel suo parco navi la Vos Hestia, imbarcazione da 62metri per 300 fancazzisti, che batte bandiera italiana e si avvale di due gommoni di salvataggio. Nulla a che vedere con le navi Acquarius e Prudence di MSF, che possono raccattare quasi 2mila ‘passeggeri’ a botta.

Tra queste organizzazione, oltre la lotta per avere visibilità, che porta denaro e contributi – soprattutto pubblici – è in corso anche una gara a chi raccatta più clandestini:

ECCOLE, LE NAVI DELLE ONG A CACCIA – CLICCA

 

Emergency è nel business dal 2016. Quando ha iniziato una collaborazione ora conclusa con il MOAS (Migrant offshore aid station), la missione di colonizzazione finanziata dagli speculatori maltesi Regina e Christofer Catrambone, uomo d’affari che ha fatto fortuna con le assicurazioni in zona di guerra.