Parla la donna che ha adottato per 9 anni il jihadista clandestino: “Ci ha tradito, Dio lo maledica”

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“Che Dio lo maledica. Noi gli abbiamo dato un tetto, un letto. E lui ci ha traditi”. Lo ha detto M.S., 66 anni, la donna che insieme al figlio venticinquenne ha ospitato nel suo alloggio Mouner El Aoual, il marocchino arrestato ieri per terrorismo. “Lui – ha affermato – dormiva fuori dalla moschea e non aveva da mangiare. Lo abbiamo accolto in casa. Per me era come un figlio. ‘Se c’è un problema parliamone’, gli dicevo. E lui ci ha traditi”.

Era stato espulso nel 2012 per iniziativa di Prefettura e Questura di Trieste il marocchino Mouner El Aoual, 29 anni, soprannominato ‘Mido’. E’ quanto si ricava dall’ordinanza del giudice Edmondo Pio. El Aloual svolgeva attività di proselitismo dell’Isis su internet, attraverso una chat ricavata sulla piattaforma ‘Zello’. Il giudice rileva che era in Italia dal 2008 “in stato di assoluta clandestinità”, sottolineandone la competenza informatica, il “rispetto” con cui veniva trattato all’interno del gruppo di internauti e l’”abilità a muoversi e comunicare senza lasciare tracce”.

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Dalle intercettazioni anche telematiche del Ros è emerso che El Aoualera tra gli amministratori di alcune chatroom dell’applicativo «Zello», una delle quali denominata appunto «Lo Stato del Califfato Islamico», nelle quali promuoveva l’ideologia dell’Isis, diceva di essere portavoce dell’organizzazione terroristica e di aver giurato fedeltà al suo emiro, Abu Bakr Al-Baghdadi. Tra le attività più recenti anche quella di aver giustificato e inneggiato agli attentati commessi in Germania, Svezia e Francia. Oltre, naturalmente a istigare a compiere attentati contro i «miscredenti».

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L’Fbi aveva riferito alcune informazioni a proposito di un soggetto attivo in una chat room sul social network Zello con il nickname «Ibn Dawla7» («figlio dello Stato» inteso Stato Islamico). In particolare, come sarebbe meglio emerso in seguito, lo stesso era tra gli amministratori di un canale chat tematico denominato «Lo Stato del Califfato Islamico».

Se arrestassero lei, dovrebbero sciogliere la Chiesa per associazione a delinquere, visto quanti clandestini ospita. E di conseguenza una serie di associazioni più o meno pubbliche. Ricordiamo quelle che ospitarono Kabobo prima della strage, e che non hanno subito nemmeno un processo.