“Scortati fino alle navi delle Ong”, sinergia tra scafisti

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Un investigatore che sta indagando sul traffico umanitario, rivela: “È cambiato tutto in questi ultimi anni, non ci sono più scafisti delle organizzazioni criminali ad accompagnare i migranti, su imbarcazioni sempre più piccole, affollate e insicure, ma li guidano ugualmente a distanza e li indirizzano verso le navi al largo della Libia“. Si tratta delle cosiddette ‘navi umanitarie’, quelle dei negrieri multimiliardari.

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“Abbiamo documentazione fotografica dell’ultima tecnica adottata dai trafficanti. I migranti vengono ammassati su gommoni che possono galleggiare solo poche miglia o su barchini e li scortano con le moto d’acqua fino a quando non si vede all’orizzonte un’imbarcazione delle Ong o una ufficiale. Dopo di che, invertono la loro rotta e tornano in Libia. Sui gommoni, il timone è stato invece affidato a uno o due migranti; qualche volta sono costretti, spesso però sono loro stessi a proporsi ai trafficanti perchè così si pagano il loro viaggio. I più coraggiosi e sfrontati sono i nigeriani ma ultimamente perfino migranti del Bangladesh, che sono miti e non aprono mai bocca, sono disposti a trasformarsi in scafisti”. In pratica, i clandestini stessi sono anch’essi scafisti.

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“Non siamo affatto sicuri che alcune Ong facciano un lavoro pulito. Quando, all’inizio dell’operazione Sophia anche le navi militari stavano a ridosso delle acque libiche, abbiamo chiesto di farle arretrare e così è stato. Le ong invece sono sempre lì”..