Profugo islamico sodomizza 14 enne: evita condanna perché non capiva significato “NO”

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Nonostante la sua vittima, una ragazzina di soli 14 anni, avesse gridato più volte “no”, un migrante musulmano non sarà condannato per stupro perché il tribunale ha sostenuto che aveva “difficoltà nell’interpretare” la parola “no”. Ovviamente, l’avrete capito, siamo in Svezia.

Il migrante iracheno, che ha già precedenti per lo stesso reato, secondo il giudice, ha “difficoltà di interpretazione e di interagire con altre persone perché ‘affetto da Sindrome da deficit di attenzione e iperattività’, così come il riconoscere le norme del vivere insieme”. Quindi ha la licenza di stuprare. E non è uno scherzo, lo scrivono i media locali.

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Questo nonostante ci siano prove video – l’iperattivo infatti stava anche riprendendo lo stupro – della ragazzina che, durante la violenza sessuale, più volte grida no, e nonostante prove che indicano come la ragazza sia stata successivamente ricattata dal migrante che ha minacciato la sua famiglia.

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Abdul, questo il nome dello stupratore inconsapevole, sarà condannato soltanto a pagare 60.000 SEK – circa 6 mila euro – come risarcimento alla ragazza. Trattata come una prostituta d’alto bordo. E’ già tanto che il tribunale non abbia previsto una transazione in pecore o capre. Come si una in Medio Oriente e nei paesi arabi.