MALARIA IN HOTEL PER PROFUGHI, GRILLINO DENUNCIA CASO NASCOSTO

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Malaria in un centro profughi. Questo l’allarme lanciato da Jacopo Berti, capogruppo dei 5 stelle in Regione. «Ci è giunta notizia», riferisce Berti al Mattino, «che un profugo è tenuto in osservazione all’ospedale di Schiavonia per malaria, vogliamo saperne di più».

«La colpa è delle cooperative, che quando non sanno cosa fare con i profughi che stanno male li portano in pronto soccorso e tanti saluti».

Dall’Ulss intanto confermano la presenza di un caso di malaria e che «in attesa dei risultati definitivi…il giovane paziente è stato trasferito al reparto di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera di Padova».

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Il 70 per cento dei pazienti che contraggono la malaria in Italia è costituito da stranieri. Si tratta soprattutto di immigrati che arrivano dal continente africano. Spesso però sono gli stessi immigrati che vivono qui da lungo tempo a contrarre la malattia: questo perché la Malaria si diffonde sì, solo attraverso la ‘puntura delle zanzare’, ma se concentri gli infetti in una zona, la diffusione dell’epidemia è più semplice: le zanzare hanno più infetti da dove ‘prelevare’ la malattia.

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Il serbatoio del parassita è infatti costituito dagli individui infettati in maniera cronica. E chi meglio degli africani?

La malattia è infatti altamente diffusa in Africa, Sud-Est asiatico, Asia meridionale, medio-oriente, Europa dell’Est, America centro-meridionale, Sud Pacifico. Tutte zone di provenienza dei ‘migranti’.

I vettori sono zanzare del genere Anopheles.

E non è vero, come millantano gli esperti prezzolati, che “non esista alcun rischio di contagio per la popolazione locale”, proprio per quanto scritto sul ‘serbatoio’.

Infatti, più immigrati fai arrivare da zone colpite, più è probabile raggiungere il ‘numero critico’, oltre il quale i portatori della malaria danno vita ad un focolaio epidemico.