Venezia, ragazza molestata da profughi – Il padre: “Se solo li avessi presi”

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“Adesso sta meglio, si è tranquillizzata”: a parlare è il padre della ragazza aggredita da due migranti alla base di Cona.

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La 17enne è stata strattonata e gettata a terra, solo le grida disperate udite dai genitori poco distanti dal luogo dell’aggressione hanno evitato il peggio.

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I momenti dell’aggressione
“Resta la paura”, prosegue il papà. “Da quel pomeriggio non è più salita in bicicletta”. La ragazza deve percorrere solo cinque minuti in bicicletta, lungo l’argine del Gorzone, per raggiungere da casa il centro città. Il papà ripercorre quei minuti che purtroppo rimarrano impressi indelebilmente nella testa della minore: “Mia figlia era uscita di casa alle 17, stava andando in paese quando due ragazzi giovani, sulla ventina, penso fossero nigeriani, l’hanno affiancata in bicicletta. Le hanno detto qualche parola in inglese, ma lei non ha capito. A un certo punto, uno dei due l’ha presa per un braccio e l’ha fatta cadere”. A quel punto la giovane comincia a gridare e piangere. Il padre e lo zio escono in strada attirati dalla grida: “Li ho rincorsi ma non sono riuscito a raggiungerli – ammette il papà sulle pagine de Il Gazzettino – se ci fossi riuscito, ora non sarei qui. Non so cosa avrei fatto ma queste persone evidentemente non sanno cosa vuol dire per un genitore vedere la propria figlia in lacrime”.