Profughi, mercato nero farmaci: li ottengono gratis e li rivendono a italiani poveri

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TRENTO – Il consigliere Claudio Cia con un’interrogazione denunci il mercato nero dei farmaci, che va ricordato, per i richiedenti asilo sono totalmente gratuiti. Ovvero pagati dai contribuenti. Che quindi non pagano solo i propri farmaci, ma anche quelli dei fancazzisti.

Il fenomeno era già emerso per le così dette social Card, cioè le «tessere acquisti prepagate» ricaricate dalla provincia di Trento che venivano distribuite ai richiedenti asilo e alle famiglie straniere in difficoltà. Non agli italiani.

Allora emerse attraverso molte testimonianze dei gestori dei supermercati che le ricariche non venivano usate per l’acquisto di beni alimentari e primari, ma solo per l’acquisto di alcoolici e ricariche telefoniche. Poi alcune «dritte» di alcuni dipendenti già allora parlavano di commercio di queste social Card, che non essendo nominative, erano scambiate in cambio di denaro o peggio anche di stupefacenti.

Ora il tiro si sposta sui medicinali che vengono distribuiti da Cinformi, il braccio operativo della provincia che gestisce i centri accoglienza in Trentino, ai richiedenti asilo. che poi se li rivenderebbero in una sorta di mercato nero, magari a italiani in difficoltà che dovrebbero pagarli prezzo pieno.

Le regole chiare sulle quali poggia l’accoglienza dei migranti e dei richiedenti asilo approvate in Giunta nella seduta del 20 gennaio 2017, secondo il cons. Claudio Cia di Agire, mostrano fin da subito la loro mancanza di visione, una incompleta aderenza alla realtà della situazione vera dei richiedenti asilo e la pochezza culturale della tanto sbandierata solidarietà del centro sinistra.

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Cia evidenzia una contraddizione: se un ospite consuma super alcolici nell’alloggio che lo ospita, e viene “beccato” per 4 volte di seguito nella reiterazione del comportamento, si avvia la procedura di riduzione dei benefici fino all’espulsione; l’assurdo, per l’esponente di Agire, è che questi super alcolici, causa di tanti problemi nelle strutture d’accoglienza e anche fuori, sono acquistati usando buoni spesa o la tessera Poket Money forniti dallo stesso Cinformi.

Richiedenti asilo: «mercato nero» con i farmaci pagati da Cinformi. Claudio Cia interroga.

Al contrario, fatto curioso per il consigliere, è scoprire che quando l’ospitato deve comprare farmaci, così detti da banco, un’aspirina, una tachipirina, una crema base, shampi, ecc… questi vengono fatturati e pagati a parte direttamente da Cinformi al di fuori del Pocket Money o dei Buoni spesa, come, ricorda Cia, non succede ai nostri anziani che invece si pagano personalmente il tutto attingendo alla loro, magari, pensione minima.

Questo, per il consigliere, è oltremodo negativo se si considera che per i richiedenti asilo questi prodotti farmaceutici, facili da ottenere, non di rado costituiscono fonte di reddito illecito attraverso il “mercato nero” degli stessi.

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Claudio Cia ora chiede alla giunta quanto è stato fatturato a Cinformi, dall’inizio del progetto di accoglienza, per l’acquisto di farmaci cosiddetti da banco; a quale farmacia si appoggia Cinformi per l’acquisto dei farmaci cosiddetti da banco; per quale motivo, ai richiedenti asilo è consentito acquistare con i buoni spesa o la tessera Poket Money alcolici e superalcolici, ma non i farmaci così detti da banco; se la provincia è a conoscenza che i farmaci cosiddetti da banco pagati da Cinformi, non di rado costituiscono fonte di reddito illecito attraverso il “mercato nero” degli stessi e quali provvedimenti la Provincia intende adottare per correggere questa evidente stortura nel meccanismo dell’accoglienza.