1.000 UOMINI PER DARE LA CACCIA A IGOR: CHE ORA FUGGE IN BARCA!

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Una piccola imbarcazione è sparita da un paio di giorni nei luoghi in cui si concentrano le ricerche di Igor, il migrante con licenza di uccidere. La barchetta era di un contadino e la sparizione è emersa durante la perlustrazione in corso da parte delle squadre di carabinieri nei casolari della zona. Era utilizzata dal proprietario per piccoli spostamenti nel dedalo di canali e acquitrini dell’area non bonificata, dove è in corso da sabato sera la caccia all’uomo. E’ solo un’ipotesi, ma non si può escludere che sia stata presa ricercato, che poi è riuscito in qualche modo ad appropriarsi della barchetta e a nasconderla.

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Mentre proseguono senza sosta le ricerche di Igor, Alessandro Colombani racconta la sua esperienza vissuta con il latitante. Nella notte del 23 luglio 2015 fu aggredito al rientro nella sua casa di Villanova di Denore nel Ferrarese da tre persone che lo massacrarono di botte. Per quella rapina, che fruttò un bottino di poco più di 300 euro, è stato chiesto il rinvio a giudizio per Ivan Pajdek, Patrik Ruszo e, appunto, Ivan Vaclavic, il ricercato dai tanti alias.

Pajdek e Ruszo sono già stati condannati in primo grado anche per la morte di Pierluigi Tartari, il 71enne morto a seguito di una rapina avvenuta poche settimane dopo quella ai danni di Colombani. Alla rapina Tartari Igor il Russo non partecipò, ma oggi è l’uomo più ricercato d’Italia per i due assassinii di Budrio e Portomaggiore. “Pensavo che con un mandato di cattura europeo che pendeva su di lui fosse andato chissà dove – racconta Colombani – E invece in questi due anni ha continuato a girare qui vicino. Ho avuto le sue mani addosso, ma sono ancora qui. Altri invece non ci sono più. Sono fortunato”