Igor a un passo dalla cattura, ma Carabinieri non potevano sparare

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Sabato sera Igor, il migrante con licenza di uccidere, uomo più ricercato d’Italia, colpevole di almeno due omicidi, è stato nel mirino delle pistole dei carabinieri, ma i militari non hanno sparato. Non potevano.

Lo ha spiegato il procuratore capo di Ferrara, Bruno Cherchi, ai giornalisti. il “Posso escludere – ha spiegato – che vi siano stati conflitti a fuoco durante la fuga, nessuno ha sparato. Dopo il delitto del Mezzano, i carabinieri hanno intercettato l’auto del fuggitivo, e una volta che si è fermato a Marmorta (da dove è iniziata la sua fuga a piedi) nessuno dei carabinieri presenti ha sparato perché non c’erano le condizioni di sicurezza per poterlo fare”.

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Insomma, nessuno gli ha sparato alle gambe. E neppure in aria. Niente. “Non c’erano le condizioni di sicurezza per sparare”, ha ripetuto il procuratore. Era troppo pericoloso, probabilmente, innescare un conflitto a fuoco con un uomo così determinato e così spietato. E così, da quel momento, è iniziata la caccia all’uomo nelle valli del ferrarese. Un cerchio larghissimo, che parte in pratica dagli argini del Po e arriva ai confini con la provincia di Ravenna.

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Ed è affidata, la caccia all’uomo, al meglio che l’Arma possa mettere sul terreno: i Cacciatori di Calabria, il battaglione Tuscania, e i Gis. E l’impressione è che se Igor verrà scoperto, questa volta i militari non esiteranno a usare le armi.