Quando la sera di venerdì, subito dopo l’attentato islamico di Stoccolma, le pattuglie della polizia si sono recate nel sobborgo islamico di Rinkeby, dove cercavano almeno un complice 17 enne del profugo terrorista che aveva colpito poco prima con il camion, sono state accerchiate dai ‘giovani’ e fatte oggetto di sassaiole: volevano bloccare l’arresto. Un po’ come a Gaza. Questo sono, ormai, i quartieri islamici delle città europee: territori stranieri.

E pensare che il governo svedese, per indorare la pillola e mostrare sottomissione ai residenti, aveva inviato anche Abdallah Ahmed, un agente islamico. Questo a dimostrazione di quanto sia etnicamente compromessa la situazione in Svezia, anche tra le forze dell’ordine. Ma non è servito: l’arresto è andato in scena, con molta difficoltà, tra le sassate.