Provincia invia mail a cittadini: “Portate regali ai profughi”

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Stoviglie, elettrodomestici, lettini, passeggini e fasciatoi per i bambini (che tra l’altro non esistono, ma questa è un’altra storia), ma anche biancheria per la camera e il bagno. Tutto quanto può essere utile per arredare una casa.

Per i poveri del posto vi state chiedendo? Ma no, per i fancazzisti africani raccattati quotidianamente in Libia e poi sparpagliati a dovere su tutto il territorio nazionale.

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L’appello demenziale a mettere a disposizione materiale in buono stato arriva direttamente dalla Provincia, inviato via mail ai suoi 4400 dipendenti: «È parso opportuno in presenza di risorse limitate e in una logica di riuso di beni non più utilizzati, chiedere la vostra collaborazione nel mettere a disposizione materiale, pulito e in buono stato, (stoviglie, pentolame, biancheria per la cucina, per la camera e per il bagno, elettrodomestici tipo forno a microonde, lavatrice, piccoli elettrodomestici, culla/lettino, passeggino, fasciatoio, ecc.), che possa risultare utile al fine della prima e seconda accoglienza».

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Una novità nell’approccio fin qui adottato dall’ente pubblico. Chi ha del materiale da donare, potrà rivolgersi a una funzionaria incaricata. L’obiettivo è creare un database, non un magazzino, dove si possa attingere di fronte di un’esigenza, che si tratti di piatti, piumoni o carrozzine dismesse. Per ogni profugo ospitato in Trentino lo Stato versa alla Provincia 33 euro (più Iva) al giorno. Calcolando i circa 1500 attuali richiedenti asilo, si tratta di circa 49 mila euro al giorno, 18 milioni in un anno.

Questo solo a Trento. Presto invieranno mail con le quali chiederanno ai dipendenti di mettere a disposizione mogli e figlie, naturalmente ‘usate’, ma in ‘buono stato’. Non possiamo non