La coop che assume solo immigrati: “La tangente al 2% è la prassi”

Vox
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Inchiesta della Procura di Napoli sulla multinazionale delle cooperative, quella Manutencoop che assume – quasi – solo immigrati. Tangenti sarebbero state pagate per ottenere il servizio di pulizia dell’ospedale Santobono di Napoli.

MANUTENCOOP, la coop che assume (quasi) solo immigrati e vince gli appalti targati PD

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Pietro Coci, imprenditore napoletano che ora tiene – a suo dire – “i senatori in mano”. Ha conosciuto molti politici l’uomo che ora rischia di far crollare niente di meno che la Manutencoop. Nei verbali dell’inchiesta che ha portato ai domiciliari Guglielmo Manna, marito del giudice Anna Scognamiglio, già finito nella bufera per le presunte influenze illecite messe in atto ai tempi della sentenza del tribunale napoletano sull’applicazione della legge severino sul governatore Vincenzo De Luca. Insieme a lui è stato fermato anche Giorgio Poziello, accusato di “minaccia aggravata dal metodo mafioso” per aver intascato 55muila euro. E poi ai domiciliari sono finiti Pasquale Arace, che da Goci avrebbe ottenuto l’assunzione della compagna all’azienda ospedaliera e Umberto Accettulo, direttore dell’Adisu delle università di Napoli. Obbligo di soggiorno per Danilo Bernardi, che nella sua carriera ha ricoperto ruoli di primo piano nel grande mondo di Manutencoop.

Il tutto nasce da una richiesta di tangente fatta a Goci, come lui stesso racconta, da parte dell’ospedale Santobono di Napoli: “Subito dopo la richiesta di tangente formulatami da Poziello – spiega nei verbali l’imprenditore, come riportato dal Corriere – mi incontrai con i due dirigenti di Manutencoop Francesco Sciancalepore e Crescenzo Tirone, spiegandogli i termini di tale accordo illecito. Ebbene, i due, senza colpo ferire e senza fare una piega mi dissero che erano assolutamente d’accordo e che per loro della Manutencoop la prassi era quella di pagare sistematicamente, nel settore degli appalti pubblici, il 2-2,5 per cento del prezzo di aggiudicazione, e non del 4. Ma mi diedero pacificamente il via libera”.

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Poi aggiunge: “Dopo mie insistenze ad aprile 2015 incontrai Sciancalepore negli uffici di Pozzuoli di Manuntencoop e lui mi disse che il direttore generale Bernardi gli aveva detto di non preoccuparmi. La Manutencoop avrebbe corrisposto la sua percentuale di tangente conferendomi un incarico di consulenza fittizio, mi avrebbe fatto un versamento di denaro e io avrei rilasciato una fattura per prestazione mai eseguita”.