Alatri, due arresti ​per pestaggio Emanuele: ma si cercano diversi complici

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Svolta nelle indagini per l’omicidio di Emanuele Morganti, il ventenne pestato fuori da un locale di Alatri e morto dopo due giorni di agonia. Due dei nove indagati sono stati fermati nella notte a Roma e si trovano nel carcere di Regina Coeli.

“Sono stati ravvisati indizi gravi nei confronti di due persone che sono state fermate a Roma – ha detto ancora -. Sono quelle nei cui confronti alla luce della ricostruzioni ci sono indizi univoci sulla condotta violenta nella fase terminale”. Quindi si cercano altri membri della banda.

“È una vicenda di una gravità spaventosa”, ha detto in conferenza stampa il procuratore capo di Frosinone, Giuseppe De Falco, che sottolinea come le persone fermate sono “riconducibili ad ambienti delinquenziali” e sono accusate di omicidio volontario per motivi futili. “Sono stati trovati nell’abitazione di una parente”, ha aggiunto De Falco, parlando di “soggetti noti negli ambienti alatrensi, cittadina assolutamente tranquilla, frequentata da frange delinquenziali violente nel settore del traffico contro il patrimonio e del traffico di stupefacenti”.

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Tutto sarebbe nato infatti per “una lite per una bevanda” che ha portato “alla morte di un ragazzo innocente e perbene”.

La lite sarebbe nata dal pagamento di una bevanda, determinata anche dallo stato di alterazione da alcol, non di Emanuele, che poi è stato portato fuori dai buttafuori albanesi.

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“Una volta fuori – ha aggiunto il procuratore capo – nell’immediatezza del locale, c’è stata un’aggressione da parte di diverse persone, delle quali ora è in corso l’identificazione e con modalità diverse le une dalle altre. Emanuele ha cercato di allontanarsi, ma è stato seguito, e una volta tornato sui suoi passi forse per riprendere la ragazza è stato aggredito con forza e intensità diverse. Quella letale è stata l’ultima, determinando importanti lesioni al cranio e poi la morte”.

In questi casi ci vuole la pena di morte.