Il Marocchino espulso per terrorismo islamico, che aveva rifiutato la Cittadinanza italiana perché “siamo un paese di miscredenti”, non aveva invece rifiutato la casa popolare, perché siamo un paese governato da dementi, e regaliamo case a chi ci invade.
Non è la prima volta che l’equazione terroristi-casa popolare balza agli onori delle cronache. Nei soli ultimi mesi sono stati ben due i casi. Prima a Milano, dove quell’Ahmed Taskour partito per l’Iraq insieme a moglie e figli per aggregarsi all’Isis era ospite di un appartamento Aler in zona Bresso. Poi Roma, con Saber Hmidi arrestato per proselitismo in carcere ma allo stesso tempo usufruttuario di un alloggio fra quelli gestiti dalla cooperativa Eriches 29 di Salvatore Buzzi. E con il maghrebino di Santhià facciamo tre. Casi destinati peraltro a non rimanere isolati, viste le graduatorie per l’assegnazione di una casa popolare che da Bolzano a Siracusa sembrano quasi essere fatte apposta per escludere gli italiani e premiare invece gli stranieri. Terroristi compresi.
Ci sono poi i casi friulani:
E dell’Alto Adige:
Al terrorista islamico Renzi pagava affitto casa, assegno sociale e corso per fabbricare bombe
Perché una casa popolare, in Italia, non si nega a nessuno. Tranne agli italiani.