“Fate schifo – ha scritto un utente Facebook sulla pagina Facebook del Mirò club – in 20 i vostri buttafuori di mer** bastardi sembra abbiano partecipato alla rissa dove è morto un ragazzo di 20 anni, dovete crepare bruciati vivi lì dentro”. Sono pesanti gli altri commenti apparsi sul social network nei confronti della gestione del locale che fa parte del circuito Arci e già altre volte teatro di risse: “Non era il caso di fare selezione all’entrata? Non è il caso di assumere personale davvero qualificato per la sicurezza dei clienti? Ve le ponete ste domande?”. “Spero vi facciano chiudere al più presto!” e poi ancora “Complimenti alla vostra “sicurezza”… possiate essere maledetti in eterno”.
Una testimone, amica della coppia rimasta vittima dell’albanese, afferma di non conoscere il nome dell’aggressore e denuncia al Corriere della Sera: «È stato l’unico a non essere stato nemmeno sentito dai carabinieri. Non sanno nemmeno dove sia, se n’è già andato». E la rissa? «Ma quale rissa? Non c’è stata una rissa, era lui da solo. È stato preso dai buttafuori, ma non lo hanno buttato fuori. L’hanno rincorso».
Tra le persone ascoltate dagli inquirenti ci sarebbero anche i proprietari del locale nel tentativo di risalire all’identità degli aggressori che potrebbe spuntare fuori grazie all’iscrizione all’associazione Arci prevista all’entrata grazie alla somma di 5 euro.
L’Arci è una vergogna progressista. Camuffano locali a scopo di lucro per centri ‘culturali’, in questo modo eludono gran parte delle tasse. Poi li riempiono di buttafuori albanesi. L’Arci è implicata anche nel business dell’accoglienza di sedicenti profughi, anche lì quasi esentasse.