Scandalo case ai Rom: coinvolti SEL, Coop vaticane e 4 milioni di euro

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Nuove accuse e sequestri per quasi 400mila euro riaprono il caso giudiziario che un anno fa portò alla luce lo scandalo del lucroso business dell’accoglienza degli Zingari a Torino e gli intrecci con i partiti politici che la predicano. Per interesse. Coinvolte quasi tutte le cooperative che fanno loschi affari anche con i sedicenti profughi, come la Valdocco e Terra del fuoco.

Non solo. Perché l’indagine del pm Andrea Padalino coinvolge anche i politici. Nell’elenco degli indagati è stato iscritto, infatti, con l’accusa di truffa il consigliere comunale di SEL, il partito per eccellenza degli immigrati e degli zingari, Michele Curto, per il quale il gip Potito Giorgio ha disposto il sequestro di 13.489 euro per rimborsi gonfiati corrisposti dal Comune all’azienda che lo aveva assunto in maniera fittizia. Fingeva di lavorare. Il che non è una novità, per i politici di quell’area.

Il caso più corposo resta quello della falsificazione degli atti da parte delle cooperative per aggiudicarsi la gara aggiudicata con il metodo dell’offerta economica più vantaggiosa per lo sgombero dei campi rom di Lungo Stura Lazio e di via Germagnano e della messa in sicurezza del campo di corso Tazzoli. Valore complessivo dell’appalto, 4 milioni 370mila euro, suddivisi in tre lotti. Undici gli indagati tra cui i presidenti della cooperativa Animazione Valdocco e “Terra del Fuoco”, Paolo Petrucci e Oliviero Alotto.

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Indagato con loro anche Giorgio Molino, proprietario di più di un migliaio di appartamenti a Torino, del quale VOX aveva già denunciato le attività negli anni scorsi. Il raggruppamento temporaneo d’impresa guidato dalla cooperativa cattolica ha, secondo l’accusa, falsificato i documenti di gara dichiarando di avere una serie di case e terreni disponibili per collocare le famiglie rom sgomberate dai campi. In realtà questi spazi erano di proprietà di terzi che non avevano alcuna intenzione di affidarli per questo scopo. La vera destinazione delle famiglie era un complesso in corso Vigevano di proprietà di Molino, che però non poteva figurare come affittuario presso il Comune per i suoi numerosi precedenti.

“Tutto parte dal nostro esposto in Procura di Torino sull’”Affare Rom”: ora che triplicano gli indagati, allargandosi ai vertici di altre coop sociali e di partecipate comunali, siamo orgogliosi di essere riusciti a dimostrare l’esistenza di un sistema di business milionario, nato per mettere le mani sui fondi statali per l’assistenza agli zingari. Tutto ciò mentre migliaia di famiglie italiane in estrema povertà sono abbandonate dalle istituzioni in graduatorie infinite per mancanza di risorse” accusa Maurizio Marrone, Consigliere FDI-AN in Regione Piemonte, che precisa “Partendo dall’ housing sociale abusivo di proprietà del “ras delle soffitte” Molino dove le cooperative rosse e bianche “parcheggiavano” gli zingari a spese del contribuente, abbiamo scoperchiato un intreccio tra il centrosinistra in Comune di Torino e le sue appendici nel sistema cooperativo-associazionistico, che, evidentemente anche per la Procura, erano disposte a tutto per arrivare ad ogni costo ai milioni di euro pubblici in ballo.

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Nonostante sia passato oltre un anno dai primi avvisi di garanzia il sistema “Affare Rom” rimane indisturbato ai suoi posti, anche dopo l’elezione di Appendino a Sindaco: Animazione Valdocco e Associazione Italiana Zingari Oggi rimangono al centro dell’assistenza pubblica del Comune di Torino a rom e immigrati, il Vice Presidente di Terra del Fuoco Roberto Forte è ancora Amministratore unico di Farmacie Comunali Spa, Babel (coop gemella di Terra del Fuoco) è ancora tra gli appaltatori della Prefettura di Torino sulla emergenza profughi. Ancora una volta il Sistema Torino sopravvive tranquillo come ai tempi di Fassino Sindaco, anche con Appendino a Palazzo Civico”.

Di seguito i dossier sull’intreccio politica, zingari e affari nella zona di Torino: