Aggredito da donna in burqa che era ai domiciliari per terrorismo

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GROSSETO – “Stamani, per ben cominciare, mi si avvicina alla fermata dell’autobus una di quelle tende ambulanti e mi fa: Io ti conosco! Presto tutti noi Musulmani ci leveremo in armi. La terza guerra mondiale sta arrivando. E siete voi Cristiani che la volete. E i soldi dei vostri giornalisti bugiardi diventeranno fuoco! E a te penserà Dio. L’unico vero, quello di noi Musulmani!.”

Francesco Tenucci, ex consigliere comunale di Scansano, di queste parole rivolte a lui ha prima fatto oggetto un post su Facebook, che ha ricevuto vari commenti, e poi le ha fatte mettere a verbale di fronte ai carabinieri, che lo hanno convocato. Sommarie informazioni per quelle che possono essere identificate come minacce. Di stampo terroristico, dal momento che a pronunciare quelle parole – secondo quanto risulta dalle prime indagini (la donna era vestita con il burqa) – dovrebbe essere stata Arta Kacabuni, alias Anila, 43 anni, abitante a Scansano, condannata a quasi 3 anni dal Tribunale di Milano dopo essere rimasta coinvolta e arrestata nelle indagini sull’associazione appunto di stampo terroristico: è parte della famiglia Sergio, quella di Maria Giulia alias Fatima Al Zahar, arruolatasi nell’Isis, per qualche tempo residente appunto a Scansano, anche lei condannata.

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Arta, zia del marito di Fatima, è agli arresti domiciliari ma può uscire due volte alla settimana, per minacciare gli italiani: in una uscita straordinaria per ‘motivi di salute’ avrebbe incontrato Tenucci. I carabinieri hanno avvertito la Procura di Milano, che si occupa dei fatti di terrorismo.