Bologna, vescovo attacca procura dopo assuluzione circolino gay

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L’Arcidiocesi di Bologna, guidata da mons.Matteo Zuppi, ha un momento di lucidità e critica la Procura della Repubblica che ha chiesto l’archiviazione del fascicolo, a carico di ‘ignoti’, per le foto pubblicate due anni fa sulla pagina Facebook del Cassero (Il Cassero LGBT center è sede del comitato provinciale Arcigay, è finanziato dal Comune e dall’Unar e ha come avvocato il ‘marito’ del senatore Lo Giudice, quello che ha comprato un bambino all’estero) e giudicate blasfeme da cittadini che avevano presentato denuncia.

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In particolare per una serie di foto – per promuovere una serata – che ritraevano tre uomini travestiti da Gesù e i due ladroni che mimavano pratiche sessuali, usando una croce.
“Lascia perplessi – spiega una nota che uscirà domani sul settimanale Bologna Sette, supplemento ad Avvenire – che la Procura arrivi a sostenere che l’offesa gratuita e vilipendiosa arrecata ai simboli della religione cristiana, nella quale si riconoscono milioni di cittadini (non solo i cattolici), perché di questo si tratta al di là di ogni dubbio, possa costituire l’oggetto del tutto lecito di un’associazione, per di più sostenuta con denaro pubblico”.