Stupratore confessa, magistrato lo libera lo stesso: “Carcere misura sproporzionata”

fact_iconIn carcere per 48 ore e poi liberato con obbligo di dimora a Fiumicino. Dove potrà stuprare ancora. È quanto deciso dal gip Francesco Bagnai per il violentatore migrante Harwinder Singh, indiano di 29 anni.

L’immigrato, nella notte fiorentina fra il 21 e il 22 febbraio, ha selvaggiamente aggredito una ragazza di 23 anni che stava tornando a casa dal pub in cui lavora e l’ha quasi strangolata nel tentativo di stuprarla.

Bagnai dopo averlo interrogato venerdì 24 febbraio nel carcere di Sollicciano ha convalidato l’arresto, ma solo per il reato di lesioni personali aggravate e non per quello di tentata violenza sessuale. Quindi libero secondo le leggi renziane. Il gip ha respinto la richiesta del pm Sandro Cutrignelli di tenerlo in carcere, una decisione bizzarra, tanto da spingere i magistrati della Procura a fare ricorso in Cassazione.

Il GIP riconosce “la estrema brutalità dell’atto, compiuto utilizzando uno strumento che poteva facilmente provocare conseguenze anche molto più gravi”. Ma “per quanto riguarda la finalità di violenza sessuale”, ritiene che “vi siano invece molti dubbi, perché in realtà l’indagato non ha compiuto nessun atto tipico di tale reato”

Insomma, non ha avuto il tempo di stuprarla, quindi libero.

Non è bastata nemmeno l’ammissione dell’aggressore, fermato poco dopo da una pattuglia della Guardia di Finanza: “Ho aggredito la ragazza perché me la volevo scopare”. Gli agenti della Finanza hanno confermato che Sigh, in Italia da oltre 6 anni, comprende e parla l’italiano perfettamente. Ma i loro parere non è sufficente al gip, che sostiene che le dichiarazioni non sembravano convincenti, “èerché in effetti Singh non parla bene l’italiano, anzi non lo parla quasi affatto e inoltre si trovava in una situazione di evidente costrizione”.

Poverino, aveva appena quasi strangolato una ragazza. Era in una condizione di ‘costrizione’.

Infatti, davanti al giudice amico ha cambiato versione, dicendo che si stava dirigendo verso la stazione ma si era perso e aveva chiesto indicazioni a una coppia in bicicletta che gli aveva strappato il cellulare: “Quando mi sono accorto che la ragazza che ho aggredito non era la stessa che mi aveva rubato il cellulare l’ho lasciata andare. Ero ubriaco e quindi non ricordo esattamente tutto. Ma io volevo solo recuperare il cellulare, ho provato a spiegarlo alla polizia e alla guardia di finanza ma non mi hanno neanche ascoltato, mi hanno picchiato e non mi facevano parlare”. Questa “nuova” versione, secondo il gip sono degne di essere verificate, in quanto, la ragazza ha raccontato che prima della violenze, durante il pedinamento, l’uomo scriveva al telefono, oggetto non ritrovato all’arresto. E “la custodia cautelare in carcere è sproporzionata rispetto al reato per il quale ricorrono i gravi indizi“.

La parola di uno stupratore ubriaco vale più di quella della vittima e dei finanzieri, nel meraviglioso mondo delle toghe multiculturali.