Studentessa abbatte Prodi: “Ha svenduto l’Italia, riconosca errori” – VIDEO

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fact_iconLa replica di Prodi è da arresto: “Lei dice di fare parte della Generazione Erasmus ma come rimedio vuole ripristinare le frontiere, mi pare strano. Questa sarebbe la fine non solo dell’Europa ma anche dei nostri Paesi. Se siamo in questa situazione – ha sottolineato il professore – non è a causa dell’Unione Europea ma di un capitale assolutamente mobile e di un lavoro che invece rimane fisso“.

Quindi, secondo lui, la soluzione è più transumanza di lavoratori. Come se oggi non ci fossero orde di romeni liberi di venire a fare i nostri lavori a basso costo. La soluzione, invece, è impedire il movimento libero di capitali e le delocalizzazioni. Più frontiere. In tutti i sensi: perché solo i muri difendono i più deboli dalla delinquenza e dalla concorrenza importata.

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“Faccio parte di quella che oggi viene definita Generazione Erasmus”, ma in realtà si tratta della “generazione dei disoccupati e dei lavoratori poveri. Lei, da presidente dell’IRI, ha svenduto il patrimonio economico italiano a società private e ha partecipato in prima persona alla nascita dell’euro, prima come presidente del Consiglio e poi come presidente della Commissione Europea. Non si è battuto per cambiare i criteri scellerati del trattato di Maastricht, nei quali l’Italia non rientrava. E sotto il suo governo fu firmato il pacchetto Treu che diede inizio alla precarietà italiana”. E’ il pesantissimo j’accuse rivolto da una studentessa all’indirizzo di Romano Prodi, ospite giovedì scorso di un incontro organizzato dalla rete Rethinking Economics Italia presso l’Università di Bologna.

“Questa Europa – ha proseguito la ragazza – non è un’Europa che lei può definire ‘non sua’. Io non le chiedo di candidarsi, come molti stanno facendo, voglio chiederle di riconoscere almeno gli errori fatti e soprattutto di condannare le politiche neoliberiste che ci hanno portato a questa situazione”.

La replica di Prodi è da arresto: “Lei dice di fare parte della Generazione Erasmus ma come rimedio vuole ripristinare le frontiere, mi pare strano. Questa sarebbe la fine non solo dell’Europa ma anche dei nostri Paesi. Se siamo in questa situazione – ha sottolineato il professore – non è a causa dell’Unione Europea ma di un capitale assolutamente mobile e di un lavoro che invece rimane fisso“.

Quindi, secondo lui, la soluzione è più transumanza di lavoratori. Come se oggi non ci fossero orde di romeni liberi di venire a fare i nostri lavori a basso costo. La soluzione, invece, è impedire il movimento libero di capitali e le delocalizzazioni. Più frontiere. In tutti i sensi: perché solo i muri difendono i più deboli dalla delinquenza e dalla concorrenza importata.