Bologna: 15 suicidi per ‘crisi’, Prefetto cerca casa per altri 2mila profughi

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fact_iconImprenditori, disoccupati e indebitati che si sono suicidati perchè travolti dalla crisi economica: oggi se ne parla meno, ma si contano oltre 700 morti a partire dal 2012. I riflettori si sono riaccesi a fine gennaio, quando Michele un ragazzo friulano di 30 anni si è tolto la vita perchè “stanco di sopravvivere – come ha scritto in una lettera e perchè – da questa realtà non si può pretendere niente. Non si può pretendere un lavoro, non si può pretendere di essere amati, non si possono pretendere riconoscimenti, non si può pretendere di pretendere la sicurezza, non si può pretendere un ambiente stabile”.

Nel quinquennio 2012-2016, in Emilia Romagna si sono registrati 47 casi, 15 nel territorio di Bologna.

Sono i tragici dati che emergono dallo studio di Link Lab della Link Campus University di Roma e il fenomeno non conosce più differenze geografiche, anche se è ancora il Veneto a detenere il triste primato. E’ infatti il nord-est la zona più colpita con il 26,6% dei casi; seguono sud (22,5%) , centro (21,5) e nord-ovest (19,3). ll 60% di chi decide di togliersi la vita per motivi economici ha tra i 45 e i 64 anni, 44 su 100 sono imprenditori, ma è alto anche il numero dei disoccupati (il 40% del totale), in pratica poveri, ricchi e classe media.

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Ma intanto la prefettura di Bologna ha pubblicato un bando da 50 milioni di euro per accogliere in città e dintorni altri 2.375 sedicenti profughi, un’assegnazione che sarà valida da maggio fino alla fine di dicembre del 2018.

Senza dimenticare, ovviamente, la casa per ‘profughi trans’.

ALCUNI CASI A BOLOGNA – Da Giuseppe Campaniello, 58 anni, che a marzo 2012 si diede fuoco davanti all’agenzia delle entrate e morì pochi giorni dopo a causa delle ustioni, a Piero Marchi, trovato morto nel suo negozio di casalinghi in via Duse a maggio del 2012: a spingerlo al suicidio probabilmente una situazione economica in bilico. E poi, un ex assicuratore di Vergato, 53 anni, che a giugno dello stesso anno si è tolto la vita lanciandosi dal viadotto Torre della A1. Il cadavere della 55enne bolognese Daniela Castagni venne ritrovato in mare, nel pesarese, ad aprile del 2013. In una lettera la donna spiegava la sua disperazione dopo il suo licenziamento e la difficoltà a trovare nuovamente un lavoro. La sua azienda era fallita, così un piccolo imprenditore 50enne a settembre del 2014 si era gettato dalla finestra a San Lazzaro.