Mangiano cibo etnico, tre morti in Toscana

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fact_iconCibi avariati in grado di sprigionare batteri letali come, per esempio, il «Clostridium botulinum». È in questa direzione – anche se la procura non trascura nemmeno altre ipotesi – che si stanno orientando gli investigatori dopo le morti, a distanza di 48 ore, di tre richiedenti asilo nigeriani: Francisco Igho, 23 anni, deceduto domenica e Maxwell Emiantor e Olaide Muideen Adeniyi, rispettivamente di 23 anni e di 20 anni, i due richiedenti asilo, gestiti dalla cooperativa “Odissea” di Lunata, deceduti all’interno dell’agriturismo “Le Poiane” a Retignano nel comune di Stazzema dove si trovavano dal 26 novembre 2017. Proprio su cosa abbiano ingerito i tre nigeriani – che, pur vivendo in centri differenti, si conoscevano per aver trascorso un certo periodo insieme nel campo nomadi di via delle Tagliate – si concentrano gli investigatori.

La venditrice africana. La comunità nigeriana che viveva nella struttura era solita acquistare generi alimentari da una connazionale che vive a Camaiore e che veniva contattata tramite cellulare. Per conto della procura, i carabinieri hanno effettuato una perquisizione a casa della donna che ha consegnato ai militari il solo alimento in suo possesso: i gamberi d’acqua dolce essiccati e tritati. Una confezione identica a quella ritrovata nell’agriturismo dove alloggiavano i due nigeriani richiedenti asilo trovati morti. Il germe del botulino di tipo E cresce a tre gradi e si trova anche nel pesce affumicato. Per questo la confezione sequestrata verrà sottoposta ad esami tossicologici.

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Mercoledì invece, con il contributo dei carabinieri dei Nas di Firenze e dell’Asl della Valdinievole, erano stati controllati tre esercizi commerciali a Montecatini. Ai gestori dei market sono stati notificati i provvedimenti di blocco ufficiale sanitario di erbe, spezie e sostanze alimentari di origine etnica e in particolare africana con acquisizione confezioni di Egusi (semi di melone) e Seitan (un impasto, altamente proteico, ricavato dal glutine del grano di tipo tenero).

Potremmo contattare la venditrice africana e contrattare un appalto per rifornire di gamberetti tutti gli hotel per profughi d’Italia.