Anddos, l’associazione a capo dei bordelli gay finanziati dal governo attraverso Unar con i soldi dei contribuenti, si occupa anche di corsi di educazione (omo)sessuale a scuola. Ma che bello.
Generazione Famiglia, il movimento organizzatore del Family Day a Roma denuncia: “Lo scandalo dei finanziamenti Unar – scrive il portavoce Filippo Savarese – assume caratteri ancor più raccapriccianti se si considera che le stesse associazioni sono proprio quelle che entrano nelle scuole italiane di ogni ordine e grado per rieducare i nostri figli e nipoti sui temi delicatissimi della sessualità e dell’affettività”. Per fare un esempio basta guardare ad una delle ultime iniziative lanciate sul sito dell’Anddos, dal titolo accattivante “Parlami d’Amore”. Il 16 dicembre scorso si è svolto un incontro “nell’ambito del progetto Sessualità e Differenze” con l’obiettivo di produrre una “nuova proposta sull’educazione sessuale e di genere nelle scuole”. Cosa significa? Basta andare sul sito: “Sessualità e differenze” promuove il “monitoraggio delle Infezioni Sessualmente Trasmesse”, vorrebbe la distribuzione di preservativi nelle classi scolastiche, chiede nuovi incentivi per le cattedre universitarie sugli studi di genere” e sponsorizza libri scolastici con “una lingua sessuata che riconosca le professioni al femminile”.
“Il progetto di Anddos – spiega Savarese – mira a diffondere negli ambienti scolastici il ‘diritto all’informazione sessuale’ secondo quanto disposto dagli Standard sull’Educazione Sessuale in Europa diffusi nel 2010 col patrocinio dell’Oms. Un documento dal valore pedagogico contestatissimo che raccomanda, tra il resto, di rivolgere informazioni sulla ‘masturbazione infantile precoce’ ai bambini nella fascia d’età 0-6 anni”. E infatti nel progetto si legge che ai bambini bisognerebbe dare informazioni sulla loro anatomia “attraverso una esplorazione di sé e dell’altro e dell’altra da sé”.
“Ci pare assurdo – conclude Savarese – immaginare che abbia titolo per affrontare questo discorso chi organizza nelle proprie sedi occasioni di assoluta promiscuità che sono sempre state indicate da tutte le autorità sanitarie come le prime cause di moltiplicazione dei fattori di rischio infettivo”.