Padova: «200 sim card pagate da cittadini finite ai profughi»

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fact_iconOltre duecento schede telefoniche comprate e intestate a Padova Tre, nessuna delle quali, però, in uso ai dipendenti della società. Costo annuo: ventimila euro a carico dei cittadini.

Il nuovo cda della multiutility guidato da Luca Mariotto, ha fatto la prova del nove, mettendosi al telefono e chiamando i numeri delle sim per capire a chi fossero finite le SIM. Sorpresa: ai profughi. Uno dietro l’altro, hanno ricevuto risposte in francese, inglese e slang africani.

Il sospetto – le indagini sono in corso anche su questo fronte – è che le sim siano finite tra gli operatori di Edeco-Ecofficina e forse rivendute ai profughi.

«Visti i trascorsi è forse più che un sospetto» conferma il presidente del Consorzio Padova Sud Alessandro Baldin, «purtroppo abbiamo già rilevato come in passato le attività della società si siano sovrapposte a quelle della coop. Ovviamente non sappiamo se le utenze telefoniche siano state date ai profughi o agli operatori della coop, molti dei quali sono stranieri» sottolinea Baldin, «ma è certo che chi le ha attivate – o fatte attivare – e quindi cedute, aveva tutto l’interesse che a pagare fosse ancora Padova Tre. Anche questa cosa» conclude Baldin, «è stata segnalata alla Guardia di finanza».

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Quello del telefono, in effetti, non è nemmeno il primo e più grosso scambio – se accertato – tra Padova Tre e Ecofficina: da mesi, infatti, la Guardia di finanza sta indagando su quelle che hanno tutta l’aria di essere fatture gonfiate pagate dalla società alla coop, per diversi milioni di euro, in cambio di servizi per l’educazione ambientale nelle scuole e inserimento dati, servizi dei quali tuttavia non si trovano riscontri completi.

Le oltre 200 sim card non intestate ai dipendenti della multiutility dei rifiuti sono state immediatamente bloccate su ordine del presidente di Padova Tre Mariotto.