Scissione PD: l’enorme patrimonio nascosto dai DS in 68 fondazioni

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In vista della ormai imminente scissione nel PD, possiamo dire che a volte ritornano. Ma in realtà non se ne sono mai andati. E dietro la scissione ci sono anche grossi e nascosti interessi economici.

IL PATRIMONIO IMBOSCATO DEGLI EX COMUNISTI

I Ds, una delle reincarnazioni del Pci, si sono “sciolti” nel 2007 all’interno del Pd insieme alla Margherita. Formalmente.

Perché dopo la nascita del Pd, le casse di Margherita e Democratici di Sinistra sono rimaste separate. Un matrimonio di interesse.

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E i Ds – che esistono ancora come entità giuridica – hanno ereditato i debiti del Pci-Pds – circa 500 milioni di euro – proprietà – oltre 2399 immobili – e personale – decine di persone.

I debiti sono in gran parte con le banche che sono sempre corse in aiuto del Pds-Ds-Pd – chissà come mai – l’ultimo salvagente è stato lanciato nel 2003 da Capitalia guidata da Cesare Geronzi. Non si sa in cambio di cosa, visto che, da allora, i debiti dei Ds non hanno fatto che aumentare.

I Ds sono formalmente una scatola vuota. L’enorme patrimonio immobiliare del partito, è stato tutto trasferito a una cinquantina di fondazioni. Sparpagliato per non essere “rintracciabile” dai creditori e dai compagni di partito nel PD.

I debiti dei DS con gli istituti di credito spiegano anche le marchette dei governi succedutisi dal 2011 alle banche. Non sarebbe strano, scoprire, un giorno, che molte delle sofferenze di MPS sono, in realtà, debiti non politicamente esigibili dai DS.