I CINESI SI COMPRANO FIRENZE ALL’ASTA

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Dal giornale locale:

“L’invasione silenziosa” ha raggiunto il cuore della città borghese, conquista gli appartamenti di Firenze Capitale. “Non c’è storia, le aste giudiziarie le vincono tutte i nuovi ‘immobiliaristi’ cinesi”, dice sconsolato il piccolo costruttore reduce dall’ultima batosta. All’asta davanti al giudice, per contendersi un appartamento esclusivo di 245 metri quadrati in zona via Gioberti, si erano presentati in 17. Sedici italiani. E un cinese. Ha vinto lui. “È sempre così, hanno pacchi di soldi da spendere”, spiega un altro sconfitto. “Sul canale delle compravendite tra privati incontrano la diffidenza degli agenti immobiliari e dei venditori. E allora si concentrano sulle aste giudiziarie dove per vincere non serve farsi benvolere ma basta rispettare le regole e fare l’offerta più alta”.

Che fine fanno gli appartamenti conquistati dagli imprenditori cinesi? “Vengono ristrutturati al risparmio, frazionati, ceduti in proprietà o solo in affitto a connazionali”, dicono i costruttori locali, finora protagonisti di un mercato che non ha certo dato il meglio di sé, con la speculazione e i frazionamenti selvaggi a fare il trend. E non è detto che i nuovi piccoli investitori cinesi si comportino peggio degli italiani. Ma c’è da prendere atto che cambia non solo la proprietà dei grandi palazzi storici, nelle mire di fondi internazionali, ma anche il tessuto dei condomini borghesi. E il fenomeno è destinato ad aumentare con l’ingresso nel mercato delle aste delle decine di appartamenti pignorati dalle banche, che si aggiungono a quanto rimane di invenduto dei fallimenti dei grandi costruttori Btp, Consorzio Etruria e Margheri.

L’esito delle aste di ieri al quarto piano del palazzo di giustizia è il paradigma del fenomeno. Davanti al giudice Rosa Selvarolo, scampoli del patrimonio Margheri, portato all’asta dal curatore fallimentare Leonardo Quagliotti. Ci sono “pezzi da novanta”: a Sesto un complesso immobiliare e un terreno edificabile con base d’asta 7,918 milioni di euro e un secondo terreno edificabile da 3,85 milioni. Le aste vanno però deserte. In tre, invece, partecipano all’assegnazione di un ufficio con posto auto in via Benedetto Dei a Firenze che parte da 450.000 euro. Ma la bagarre si scatena sull’appartamento di via Orcagna, secondo e ultimo piano, terrazza coperta e condonata sul tetto, condominio di tre appartamenti, quasi 250 metri quadrati, 330.000 euro la base d’asta.

Partecipano in 17, tanti piccoli costruttori ma anche coppie che in quell’appartamento vedono la casa della vita. Si scatena la gara al rilancio di 5.000 euro a colpo. Rapidamente si supera la soglia dei 400.000 euro. Una coppia si abbraccia, lei piange. Per loro, e per molti altri, la gara finisce lì. Restano in pista l’immobiliare Soci e l’immobiliare Sole, rappresentata da un impassibile cittadino cinese circondato da due connazionali. La sfida va avanti per quasi venti rialzi consecutivi, con l’italiano che ogni volta indugia a rilanciare fin sulla soglia della scadenza dei tre minuti di tempo concessi. Per lui si scatena un tifo malcelato. Questione di orgoglio nazionale. Ma l’ultima offerta, quella decisiva, di 550.000 euro, è degli imprenditori cinesi. Un applauso, una stretta di mano, qualche sorriso, rendono omaggio ai vincitori e scacciano lo spettro del razzismo. Ma “l’invasione silenziosa” continua.

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Lo ‘spettro del razzismo’. Non basta farsi sodomizzare, devi anche farlo in allegria.

Tutti noi siamo consapevoli della provenienza illecita dei soldi di questi ‘imprenditori’ cinesi: bene che vada sono proventi dello sfruttamento di lavoratori-schiavi.

Deve essere proibito ai cinesi di possedere proprietà in Italia, visto che di fatto, ad un italiano è praticamente vietato fare lo stesso in Cina: basterebbe applicare la reciprocità.

Ma figuriamoci se i nostri politici, pagati da multinazionali che con la Cina fanno affari a spese nostre e della nostra economia, anche solo immaginano una cosa del genere: è anatema. Eppure sarebbe giusto. E utile a fermare una invasione nemmeno tanto silenziosa, fatta con denaro illegale.

I Cinesi stanno devastando il tessuto produttivo italiano. Ovunque arrivano, come termiti divorano il tessuto economico fino al collasso. E con i proventi della concorrenza sleale che porta al collasso, si comprano le nostre città.

Tutto questo deve finire.