Vietato scrivere “clandestino”, si dovrà dire “diversamente regolare”

Vox
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Un breve estratto di un articolo di Luigi Mascheroni, Il Giornale:

L’anti-dizionario del politicamente corretto da oggi contempla una nuova parola. La grammatica della neolingua evolve in maniera inflessibile e inesorabile.
Occorre adeguarsi. Nel Mondo Nuovo dell’utopia negativa sono i vocaboli che cambiano la società, non la società che usa i vocaboli.

Da questa mattina è vietato usare il termine «clandestino». Lo richiede, anzi lo impone, una lettera aperta pubblicata ieri su Repubblica – organo ufficiale del pensiero unico egualitario – da un gruppo di vigilantes della psicopolizia linguistica, un Politburo interdisciplinare composto da politici, intellettuali, uomini di spettacolo (tra cui Luigi Manconi, Nicola Lagioia, Alessandro Bergonzoni), che denuncia come nel «Memorandum d’intesa sulla cooperazione nel campo del contrasto all’immigrazione illegale» sottoscritto dall’Italia e dal governo di riconciliazione libico compaia più volte «come sinonimo di migrante non regolare», il termine «clandestino». La parola – come strilla il titolo della lettera aperta – va cancellata. Perché? Perché il termine è «giuridicamente infondato»; perché «contiene un giudizio negativo aprioristico, insinuando l’idea che il migrante agisca al buio, come un malfattore» (che invece è solo una inevitabile conseguenza dell’etimologia, derivando «clandestino» dall’avverbio latino «clam», «di nascosto», indipendentemente da qualsiasi giudizio di valore, ndr); perché «suggerisce un’immagine dell’immigrato come nemico». Ecco l’utopia al negativo. Convincersi che la sostanza di un pericolo, o di una diseguaglianza, o di una ingiustizia, possa migliorare sostituendo semplicemente la parola che la indica. È noto: cambiare un termine del dizionario di uso comune è molto più facile che educare il cittadino a mutare un habitus mentale.

I tre citati sono ancora in cerca dei neuroni perduti, quindi non sorprende la loro presenza tra i firmatari di un tale idiota proclama. Ma non c’è da sorprendersi, non è infatti la prima volta:

‘Vietato usare la parola clandestino’

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Annuncio AgCom: “Vietato dire che è in atto un’invasione” – VIDEO

Follie: giornalista condannato per ‘lesa clandestinità’

La nostra è una democrazia incompiuta: vigilata. Se poi pensate che saranno Repubblica e l’Unità nel team che deciderà quali notizie potranno apparire su Facebook, potete rendervi conto della situazione di illegalità democratica.

Comunque fate come noi, non chiamateli clandestini, ma invasori e fancazzisti. Ah, e tra parentesi: l’immigrato clandestino è un nemico. E anche quello regolare, secondo da dove viene.