Multinazionali Silicon Valley contro Trump: “Abbiamo bisogno di immigrati”

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Vogliono continuare a licenziare tecnici e informatici locali, e assumere indiani a asiatici a basso costo, le 97 compagnie di Silicon Valley che hanno presentato una memoria congiunta per denunciare quella che loro vedono come una minaccia: il blocco deciso da Trump dell’immigrazione. E c’entrano, sicuramente, anche i dazi per chi delocalizza.

Tra i firmatari le multinazionali che hanno accumulato miliardi di dollari producendo per due lire in Asia, vendendo in Occidente e pagando le tasse alle Cayman: Apple, Microsoft, Google, Netflix, Snap!, Spotify, Uber, Airbnb e Twitter, il social network che sopravvive solo grazie ai tweet di Trump.
Non mancano grandi aziende attive in altri settori, come per esempio Levi Strauss, produttrice di blue-jeans omonimi in fabbriche stile Dickens.

Il documento è stato poi depositato presso la Corte d’Appello federale per il IX Circuito, competente per territorio in secondo grado rispetto alle decisioni della Corte per il Distretto Occidentale dello Stato di Washington: proprio la stessa cui appartiene James Robart, il giudice filo-islamico e sostenitore del terrorismo nero di BLM, che venerdì scorso ha accolto un ricorso per incostituzionalità del bando presidenziale presentato da due ministri locali della Giustizia, quello del medesimo Stato di Washington e quello del Minnesota, bloccandone temporaneamente la validità sull’intero territorio nazionale.

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Nella memoria si afferma che l’ordine anti-islamico “viola le leggi sull’immigrazione e la Costituzione, e infligge danni significativi all’economia, all’innovazione e, come conseguenza, alla crescita americane”. I firmatari sottolineano poi come “gli immigrati siano autori di molte tra le più importanti scoperte della Nazione, e creino alcune tra le società maggiormente innovative ed emblematiche del Paese”.

Viola, in realtà, il loro accumulare denaro in modo indecoroso. Le multinazionali di Silicon Valley sono un pericolo per la democrazia, visto che hanno un giro di affari e una riserva di denaro che supera quella di molti Stati: urge, per Trump, ordinare quello che venne fatto con la Standard Oil, che venne divisa in più compagnie per il suo essere, di fatto, un monopolio. Perché il Capitalismo senescente, con i suoi trilionari, somiglia in modo preoccupante al Comunismo.