Cascina, dove il sindaco leghista dà le case prima agli Italiani

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Benvenuti nell’ex “feudo rosso” di Cascina, città di 45mila abitanti in provincia di Pisa dallo scorso giugno guidata dal primo sindaco leghista della Toscana, la 29enne Susanna Ceccardi.

Addio consulta pari opportunità: “Donne non sono panda” E in attesa che il Pd riprenda ad ascoltare le persone, a Cascina è la Lega che comanda. Prima decisione assunta dalla nuova amministrazione targata Sole delle Alpi? Lasciare subito l’Anci, (l’associazione che riunisce i comuni italiani) e l’Aiccre (associazione del consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa): una mossa pubblicizzata perfino sul palco di Pontida, che – secondo la prima cittadina – ha portato al “risparmio di 60mila euro”Una delle prime azioni della maggioranza, poi, è stata quella di presentare una mozione per abolire la consulta della pari opportunità: “Il provvedimento – riferisce il sindaco – arriverà presto in consiglio comunale. Io sono a favore dell’abolizione: le donne non sono panda, ce la fanno da sole”. In passato puntualizzò: “Non chiamatemi sindaca”.

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“Case popolari ai cascinesi” e stop accoglienza- Un vero e proprio cavallo di battaglia dell’esponente del Carroccio è poi quello legato all’assegnazione delle case popolari. Già alla fine del 2015 l’allora consigliere comunale Ceccardi aveva postato su facebook la lista dei primi assegnatari di case popolari nel comune di Pisa, ironizzando: “Graduatoria a Tunisi, pardon, a Pisa. Niente di strano?”. Ora la sua amministrazione, sfruttando un cavillo di legge, ha modificato i criteri di formazione delle graduatorie per gli alloggi Erp. Ai cittadini extracomunitari non basterà più inviare l’autocertificazione del proprio stato patrimoniale, essi dovranno invece presentare il documento ufficiale rilasciato dall’ambasciata o dal consolato. Ritornello simile per i contributi-affitto: “Cascinesi e stranieri sono ora trattati alla pari. Il risultato? In graduatoria ora il 75% è italiano”.  Il comune ha interrotto anche il progetto Sprar che dava accoglienza a 14 profughi. Una mossa confermata dalla prima cittadina :”Non darò più disponibilità ad  accogliere profughi in strutture del comune”, dice per poi scagliarsi contro il “business dell’accoglienza“. Al momento a Cascina sono rimasti una settantina di migranti:”Sono accolti in strutture private – puntualizza – Su eventuali accordi tra prefettura e privati non posso intervenire”.

“Non celebrerò unioni civili“- Il sindaco conferma anche la volontà di non voler celebrare unioni civili né di voler conferire deleghe per farlo: “A Cascina – precisa – si potranno comunque continuare a celebrarle: basta rivolgersi all’ufficiale di stato civile”. Polemiche ha poi sollevato l’incontro “Gender e omodittaturadel 20 gennaio al teatro Politeama moderato dal leghista Lorenzo Gasperini, ex capo di gabinetto di Ceccardi. “Il fatto – afferma il vicesindaco del M5S di Livorno Stella Sorgente – che una forza politica e un’amministrazione utilizzino un teatro per promuovere simili conversazioni dimostra che dobbiamo andare avanti sulle politiche Lgbt“.

Un inizio.