Inps, Boeri: “Manovra governo aumenta debito”, verso pensioni da 200€ al mese

Vox
Condividi!

“Questa è una manovra ma che fa aumentare il debito implicito e ogni manovra che lo fa scarica oneri sulle generazioni future. E questa è una manovra che lo fa in modo non irrilevante”. Così il presidente dell’Inps Tito Boeri a Tutto pensioni 2017 del Sole 24 Ore riferendosi alle innovazioni introdotte con la Legge di stabilità. Per Boeri la manovra “aumenta la spesa pensionistica aumentando la generosità di trattamenti su categorie che hanno già fruito di trattamenti più vantaggiosi di chi ne fruirà in futuro”. Il presidente dell’INPS ha puntato l’indice sull’estensione della 14/a, dando un giudizio sostanzialmente positivo sull’Ape sociale. “L’intervento sulla 14/a può venire a premiare delle persone che si trovano in famiglie dove ci sono altre persone che hanno pensioni elevate o patrimoni ingenti”. Mentre in Italia “c’è un problema molto serio di povertà. Se guardiamo i dati sui consumi è raddoppiata negli anni della crisi nella fascia al di sotto dei 65 anni, e su questo continuiamo a non intervenire in modo sistematico”.

“Nell’ambito del sistema pensionistico permangono forti iniquità, differenze di trattamento macroscopiche anche alla stessa generazione, e su questo fin qui non si è intervenuti” ha aggiunto. Per questo per Boeri bisogna sempre guardare al debito implicito, su cui ha spiegato, “ho visto tanto scetticismo”. Il debito implicito, ha invece concluso, “è l’insieme delle impegni presi dallo Stato nei confronti degli attuali contribuenti, pensionati e contribuenti futuri. E se si dice che il debito implicito è qualcosa che non ha valore si sta implicitamente dicendo che in futuro si taglieranno le pensioni”.

Vox

Di fatto si va verso una pensione da fame. Con il sistema contributivo di fatto si rischia un taglio del 50 per cento del reddito. Un esempio su tutti: un professionista con un reddito di 20 mila euro, dopo 30 anni di carriera percepirà una pensione con un assegno annuo di 10mila euro. Di fatto l’allarme in questo momento arriva da diverse casse previdenziali come ad esmepio quelle di biologi, psicologi, agronomi e forestali, attuari e chimici, periti industriali e infermieri. In questi casi la pensione erogata, come ricorda Italia Oggi, è stata di circa 2.224,60 euro all’anno.

Circa 200 euro al mese. Un assegno che non ricorda nemmeno lontanamento quello della pensione sociale. L’allarme riguarda particolarmente sia le casse giovani che quelle 103, stessa situazione anche per quelle che da più tempo usano il contributivo. E così le casse provano a porre rimedio a questa situazione offrendo servizi aggiuntivi di welfare sia durante il periodo lavorativo che durante quello pensionistico. Per capire quali possano essere gli assegni del futuro ecco alcuni esempi. Prendiamo il caso di un professionista con un reddito medio lordo di 31 mila euro dopo 30 anni di lavoro. Nel caso di uno psicologo o di un biologo verrà corrisposto un assegno annuo di 10mila euro. Nel caso di un infermiere sempre 10mila euro, mentre di 11 mila euro annui con la gestione separata Inps. Insomma per ottenere un assegno più alto bisognerà lavorare più a lungo e versare più contributi.