Prefetto Pisa minaccia comuni ribelli: “Servono altri 350 posti per i miei profughi”

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Il Prefetto di Pisa – dallo stipendio mostruoso per fare da agente viaggi dei fancazzisti africani – è al lavoro – si fa per dire – per predisporre i bandi per l’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale. Ai sindaci della provincia con una lettera minatoria, Attilio Visconti, questo il nome del personaggio che come i suoi colleghi paghiamo per diffondere il tumore immigrazione, impone l’accoglienza.

«È in corso di predisposizione il bando per l’anno in corso che, secondo le prime stime, dovrebbe garantire la copertura di circa 350 ulteriori posti in accoglienza». Prima di procedere con il bando, che poi di fatto porterà sul territorio i migranti in base a quelle che saranno le proposte e le migliori offerte di enti e imprenditori disposti ad occuparsi di migranti richiedenti asilo, il prefetto chiede collaborazione ai sindaci, pur sottolineando che «nella provincia pisana è stata finora positivamente raggiunta una sinergia con gli enti locali». La lettera quindi richiama agli impegni, conseguenti all’intesa tra Governo, Regioni ed enti locali sul piano nazionale per fronteggiare il flusso straordinario di extracomunitari, adulti, famiglie e minori stranieri non accompagnati, evitando situazioni di contrasto e criticità sul territorio.

Le famiglie se le è sognate lui. Gli accordi tra ‘governo, provincia e regione sono tutti interni al PD, visto che è lo stesso partito-mafia che sgoverna tutti e tre gli enti.

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Le minacce del prefetto sono dirette specialmente al sindaco leghista di Cascina, l’unico che rifiuta fancazzisti nel suo territorio. Lo fa con una minaccia in stile quasi mafioso parlando del famigerato Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, in realtà villaggi vacanza per fancazzisti): «Si ritiene auspicabile da parte dei Comuni che non abbiamo ancora aderito alla rete Sprar di dare questa disponibilità che consentirebbe, al raggiungimento delle quote di assegnazione previste, di evitare l’invio di ulteriori richiedenti asilo». In sintesi: o aderite allo Sprar, che significa anche mantenere i fancazzisti, o noi ve ne inviamo più di quelli previsti.

Il prefetto scrive in stile Riina, che chi non aderisce alla rete Sprar «in situazioni emergenziali o a seguito di procedura di gara» si vedrà assegnate ulteriori quote di migranti. La lettera del prefetto è un segnale forte e chiaro per Cascina. I sindaci hanno tempo fino al 25 per dire se proseguono con l’accoglienza Sprar e quanti nuovi posti “vogliono”, per dare nuove adesioni al progetto, per dire no alla rete Sprar e quindi al mantenimento dei centri di accoglienza straordinaria con l’indicazione dei nuovi posti individuati. Raccolte le indicazioni dei sindaci, la prefettura convocherà una riunione e procederà alle assegnazioni.

Questi si chiamano prefetti, in realtà sono criminali politici. Ad una lettera del genere si risponde solo in un modo: rimandandola indietro in una busta, in tanti coriandoli.