Don Contin: orge con profughi, cavalli, donne al guinzaglio e trans

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Assume contorni grotteschi la vicenda di Don Contin, il prete pro-accoglienza del Padovano – Non bastava lo scandalo delle orge, della prostituzione e del sesso violento su don Andrea Contin e su un altro sacerdote che ha confessato pochi giorni fa, non bastava nemmeno un figlio, andando a leggere i fogli della denuncia la troia prediletta del prete pro-accoglienza, infatti, continua a confessare particolari via via più disgustosi.

Dopo i profughi, i ragazzini e i cavalli:

Il picco, si legge nella denuncia, sarebbe stata la richiesta di don Andrea Contin che, alla sua amante 49enne, aveva proposto un viaggio in una stalla di Pavia dove lei, sotto i suoi occhi, avrebbe avuto un rapporto sessuale con un cavallo.

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Dai verbali della denuncia della troia prediletta del prete pro-accoglienza, si apprende che don Contin: “Mi comprò anche una ciotola e un guinzaglio”

“Prima di Natale 2010 ricevetti una telefonata di don Andrea che aveva chiesto il mio numero a un parrocchiano – inizia così la deposizione dell’amante del don -. Un giorno, invitandomi in canonica, dopo una breve conversazione, mi abbracciò e mi baciò sulla bocca. Rimasi impietrita, me ne andai sconvolta. Nel febbraio- marzo 2011 ci fu il primo rapporto sessuale marcatamente aggressivo in canonica, nonostante ciò mi sentivo sempre più innamorata e felice per le sue attenzioni. Lui iniziò a essere molto esigente. Voleva rapporti sempre più spinti. Iniziò a chiedermi di andare dietro la canonica per attirare i ragazzi che giocavano nel campo di calcio e, una volta adescati, mi costringeva ad avere rapporti con loro vicino al garage. Lui mi filmava di nascosto. Quando gli dissi che non ero più disposta a prestarmi a quei giochetti, mi portò più volte in zona Limena per vederlo durante un rapporto con un transessuale”.

“Un giorno – continua – don Andrea Contin mi fece vedere che aveva postato le mie foto nuda su siti per scambisti. Mi chiamava schiava, mi comprò una ciotola per animali e un guinzaglio marrone”. La 49enne, poi, prosegue descrivendo rapporti di gruppo, sesso estremo, serate in alberghi lussuosi, ma nel suo racconto c’è anche tanta violenza. Gli episodi sono ripetuti. “Il 23 dicembre 2012 mi invitò a cena in canonica, mi fece accomodare su un divanetto rosso e, dopo aver chiuso la porta, iniziò a picchiarmi con ferocia inaudita. Riuscii a mandare un messaggio alla mia amica chiedendole aiuto”.

Ma nonostante questo, Don Contin si trova in ‘una casa protetta’ a Trento e da lì chiede di essere lasciato in pace e dimenticato.