DETENUTI ISLAMICI: “Una volta fuori faremo scoppiare tutta l’Italia”

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«Se dovesse passare un agente di custodia, una donna, un medico, questi non sono nulla davanti ad Allah. L’agente di custodia è un cane infedele e finirà all’inferno».

E’ una parte delle frasi dei 148 imam che predicano nelle carceri italiane su mandato del governo finite nel dossier del Dipartimento amministrazione carceraria (DAP).

Imam A. «Chi collabora con le forze dell’ordine come informatore, devi raccontare quello che ha fatto. Mentre chi ruba, dice bugie, fa un omicidio, tu non devi andarlo a raccontare. Imparate a non raccontare i fatti dei vostri fratelli».
«In tutta l’Europa non c’è pudore né rispetto, è pieno di malattie e d’immoralità». Passaggi che gli analisti del Dap interpretano come «un chiaro esempio d’intolleranza per qualsiasi religione che non sia quella musulmana», per far capire che «chiunque non sia seguace di questo culto è un miscredente, un alleato di Satana e pertanto un nemico di Allah».

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L’analisi del Dap, in cui un criminale comune spiega la progressiva adesione allo Stato Islamico: «In tale luogo il ristretto avrebbe conosciuto delle persone che lo ascoltavano e superavano l’afflizione della pena rivolgendosi a Dio. La fede li univa, e mentre lui cercava di rispondere in maniera sempre più solerte ai dettami del Corano, cresceva nel gruppo l’odio nei confronti dei loro carcerieri e di tutti quelli che mancavano nei loro doveri verso Allah. In questo momento sarebbe cambiata radicalmente la sua mentalità portandolo anche a pensare che chiunque non avesse rispettato la sharia avrebbe meritato la morte per decapitazione».

Feste nelle carceri italiane dopo le stragi di Isis in Europa – «Il detenuto, a voce alta, a seguito degli attentati di Parigi dell’11 novembre 2015, pronunciava frasi quali: Li dobbiamo fare fuori tutti, noi siamo i più forti prima i francesi e poi anche gli italiani. E poi ancora: Adesso tocca agli italiani, simulando l’esplosione di colpi da arma da fuoco».

«Nella sera del 22 marzo 2016 alcuni detenuti hanno esultato per l’attentato terroristico di Bruxelles. Gli stessi, infatti, venivano sorpresi in camera a festeggiare ballando e gridando je suis Paris, je suis Bruxelles. Ascoltando il telegiornale che parla dei fatti di Parigi del 13 novembre 2015 il detenuto ha esultato con urla di gioia per oltre cinque minuti. Fonte confidenziale riferivano che un detenuto, durante la visione in tv della notizia dell’accoltellamento di 8 persone in un centro commerciale in Minnesota rivendicato dall’Isis, ha applaudito dicendo «ha fatto bene, Allah lo ricompenserà sicuramente. Se io fossi fuori farei una cosa peggiore al costo di morire perché andrei in Paradiso». La stessa fonte riferiva che un altro detenuto nell’apprendere della bomba scoppiata a New York esultava con le mani, alzando la testa al cielo e dicendo «Deve scoppiare tutta l’Italia».