Boldrini giustificava il terrorista di Berlino durante violenze Lampedusa

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Interessante riflessione di Giuliano Labelli, sul PN:

“Sono amareggiata e rattristata: il nostro lavoro di tanti anni è andato in fumo”: non è chiaro se fosse un gioco di parole, quello di Laura Boldrini, che il 21 settembre del 2011 non era ancora presidente della Camera ma portavoce in Italia dell’Unhcr. L’allora funzionario Onu stava infatti commentando l’incendio di un centro di accoglienza a Lampedusa ad opera di alcuni tunisini irrequieti. Oggi sappiamo che tra quegli immigrati piromani c’era anche Anis Amri, lo stragista di Berlino. L’uomo era sbarcato in Italia nel 2011, minorenne. Era stato portato a Lampedusa dove aveva partecipato a quella violenta protesta. Arrestato, era stato trasferito a Catania e poi a Palermo. Dopo aver scontato la pena di quattro anni di reclusione all’Ucciardone, aveva ricevuto un provvedimento di espulsione. Ma la Tunisia lo aveva rifiutato. Così, nel 2015, di lui si erano perse le tracce e si era spostato in Germania.

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Oggi possiamo ricostruire gran parte dei suoi movimenti e rileggere anche i commenti dei benpensanti all’epoca in cui questo povero migrante in fuga dalla guerra si divertiva a devastare le strutture d’accoglienza. Si trattava, per la precisione, del centro per immigrati di Contrada Imbriacola, dove erano trattenuti circa 1200 migranti. Le fiamme erano state appiccate in due distinti punti della struttura da un gruppo di tunisini esasperati dalla durata della loro permanenza: un alloggio vicino all’entrata e un padiglione sul fondo del centro. Il forte vento di Maestrale ha fatto il resto e le fiamme si sono subito propagate all’intera struttura. Il fumo ha poi investito il vicino centro abitato arrivando fin sopra la pista dell’aeroporto che è stato chiuso. Durante il rogo, diversi ospiti erano riusciti a fuggire anche se erano stati subito rintracciati dalle forze dell’ordine che in un primo momento li hanno radunati nel piazzale antistante il molo commerciale del porto.

Disse Boldrini: “Sono amareggiata e rattristata: il nostro lavoro di tanti anni è andato in fumo. Una rivolta simile si poteva prevedere e infatti noi l’avevamo prevista, mettendo in guardia le autorità. Occorre trovare nel più breve tempo possibile una soluzione alternativa, fino a che la struttura non sia riparata. Lampedusa ora è sguarnita di un centro di prima accoglienza e le cose si sono fatte più difficili e complicate di prima”.

Non è da sottovalutare quello che accadde. Un terrorista islamico organizzò la distruzione di un centro di detenzione per clandestini in Italia. L’obiettivo era, allora, impedire la concentrazione di clandestini tunisini a Lampedusa con successiva espulsione con ponti aerei: infatti l’allora governo eletto fu costretto a trasferirli in continente da dove è ovviamente più semplice fuggire. Era questo l’obiettivo delle organizzazioni del terrorismo islamico? Ci sono loro dietro l’ondata di sbarchi a partire dal 2011?

E Boldrini l’aveva previsto.