VOLPAGO: BARRICATE CONTRO ARRIVO AFRICANI, DIGOS INDAGA SU FACEBOOK

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C’è chi propone di usare i fucili, chi di dare fuoco alla struttura, chi di fare barricate e di usare anche la forza per difendersi dall’invasione e bloccare l’arrivo dei giovani fancazzisti africani all’interno dell’ex polveriera di Volpago. Del resto, se pretendi di mettere clandestini in una polveriera, non puoi lamentarti se dai fuoco alle polveri.

Per questo, attorno a Volpago e alla sua ex polveriera, in questi giorni si stanno concentrando le indagini delle forze dell’ordine. Invece di andare ad arrestare spacciatori, papponi e magari qualche politico che fa affari con i fancazzisti, gli agenti passano le giornate a setacciare profili pubblici di Facebook, Pagine private, siti indipendenti, venetisti e perfino ex o attuali “forconi”.

Sotto osservazione anche la pagina “Volpago informa” dove gli articoli sul centro profughi sono commentati da vari utenti che hanno annunciato proteste, ma anche la pagina Fb (“Mi son da Volpago”), altrettanto frequentata e bollente.

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Obiettivo, chiaramente, è quello di impedire manifestazioni e l’espressione pubblica del dissenso. Perché in democrazia un governo non eletto puoi inviarti davanti casa dei clandestini ma tu, cittadino, non devi osare protestare.

Evidente il timore della Gestapo che si possa ripetere un “caso Quinto” (peraltro citato come esempio in molti commenti che incitano le barricate), dove un anno e mezzo fa un gruppo di residenti sostenuti da Lega, Forza Nuova e CasaPound imposero alla prefettura di traslocare 101 giovani fancazzisti africani che erano stati loro imposti come condomini, allestendo un presidio che di fatto per due giorni tenne sotto assedio le palazzine dove erano stati alloggiati i richiedenti asilo.

Stasera (sorvegliatissima) l’assemblea pubblica convocata dal sindaco di Volpago Paolo Guizzo proprio per informare la cittadinanza «sulla decisione della prefettura», che Guizzo nega di aver saputo e invece la prefettura assicura di aver comunicato – informalmente – al sindaco già da settimane, ma soprattutto dare alla gente la possibilità di dire che ne pensa. Guizzo ha già annunciato, anche dopo l’incontro con il prefetto, si essere assolutamente contrario al centro. E con lui stanno anche gli altri quattro sindaci del Montello (Giavera, Nervesa, Crocetta, Montebelluna). La Lega, che pur sostiene i cinque sindaci, non parteciperà all’assemblea: «Non vogliamo politicizzare l’appuntamento» annuncia il segretario provinciale Dimitri Coin, «lasciamo che sia il popolo a parlare. Noi ci saremo poi…», ma nel frattempo lavora con i legali per trovare la via per fermare il progetto della prefettura.