Prefetto Piacenza: “O accogliete profughi o prendo misure coercitive”

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Si è tenuto questa mattina, 7 dicembre, l’incontro convocato dal presidente della Provincia di Piacenza, il PD Francesco Rolleri, sul sistema di accoglienza dei richiedenti asilo. Presente anche l’inviato del governo, il Prefetto, che secondo i giornali locali ha minacciato “misure coercitive”.

Presenti all’incontro diversi sindaci della Provincia e il prefetto Anna Palombi. Attualmente i comuni che non ospitano profughi sul loro territorio sono 16 su 48, nei mesi passati erano falliti tutti i tentativi di concertazione fra enti locali per una distribuzione più equa dei richiedenti asilo.

Il Comune con più assegnazioni in proporzione alla popolazione residente è Gropparello con 41 stranieri ospitati.

“Gestire i profughi non è una passeggiata di salute, ma è una situazione che noi sindaci dobbiamo affrontare, facendo anche chiarezza. La gestione dei profughi non costa un euro ai Comuni. Questo va chiarito ai cittadini (bufala ndr).

Arrivano profughi tutti i giorni sul nostro territorio, ora è giunto il momento chiedere aiuto ai Comuni che non hanno profughi sul territorio o sono sotto media. Non chiediamo di mettere a disposizione strutture comunali, ma appartamenti sfitti di privati“.

Il prefetto Anna Palombi ha descritto la situazione con queste parole: “Volevo scusarmi con i sindaci a cui ho imposto la presenza di profughi, ma mi sono trovata in difficoltà. Abbiamo fatto tre bandi con diverse dimostrazioni di interesse da parte delle associazioni.

Ho potuto avvisare solo un giorno prima o due giorni prima dell’arrivo di queste persone, perché effettivamente c’è avversione alla presenza di queste persone, ma io purtroppo sono obbligata ad andare a prendere questi profughi a Bologna.

E se non lo faccio, li mandano direttamente sul territorio. Adesso abbiamo bisogno di 30 posti, e non sappiamo dove metterli. E lo stesso sarà la prossima settimana, sulla base il numero di sbarchi in questi giorni.

Ci sono Comuni che hanno un numero di profughi ben maggiore rispetto alla ripartizione prevista, e altri molti meno.

Io mi auguro che sia possibile trovare una soluzione, senza adottarne di estreme. Fino ad adesso non ho dovuto ricorrere a misure estreme. Al momento il numero maggiore di persone ospitate e nel capoluogo, in strutture che non sempre garantiscono una accoglienza integrata.

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Se noi accogliamo queste persone, secondo i parametri previsto in base alla popolazione dei residenti, riusciamo a far fronte alla situazione senza problemi. Basta avere a disposizione ostelli, appartamenti sfitti, la gestione sarà poi affidata a cooperative e associazioni che si occuperanno della gestione”.

Il sindaco di S. Giorbio, Giancarlo Tagliaferri ha spiegato la situazione del suo comune: “Anch’io chiedo aiuto perché non so quanti profughi ci sono sul mio territorio. Dovrebbero essere 17, ma durante i controlli è emerso che nella struttura che lo ospita ne vivono di più. Struttura che tra l’altro evidenzia problemi.
Questa è una lotta tra poveri, che i nostri cittadini subiscono. La gente è stufa, ne ha piene le scatole. Noi sindaci non possiamo essere solo esecutori di ordini. Io spero che il ruolo dei prefetti sia anche quello di ascoltare. Che fine faranno queste persone, una volta terminata l’accoglienza? Per il perfetto non c’è stata situazione esplosiva. Certo, c’è stato qualche accoltellamento, strade bloccate… Situazioni che non possiamo accettare. Dobbiamo farci sentire. La gente è stanca e stufa. Chiedo che la nostra richiesta di aiuto venga portata nelle sedi competenti”.

Il sindaco di Caorso Roberta Battaglia: “Noi abbiamo avuto problemi di prostituzione sia maschile che femminile, accattonaggio, spaccio, tutti fenomeni bloccati dalla nostra polizia municipale. Nei giorni scorsi sono stati arrestati in tre per spaccio, presenti in una zona dove si presume che possano arrivare profughi. Durante i controlli effettuati dalle nostre forze dell’ordine è emerso che non c’erano gas, luce e frigoriferi, però si sono arrabbiati solo perché non c’era il Wi-Fi, da utilizzare con cellulari da 800 euro“.

“Oggi è il giorno giusto per chiedere un’inversione di tendenza – interviene il primo cittadino, Romeo Gandolfi -. Il 4 dicembre ha visto la vittoria del No, un no anche nei confronti di Renzi, che ha imposto questa tratta di persone dall’Africa verso l’Europa, una tratta che ci ha imposto e che è insostenibile. In quanto sindaci, noi dobbiamo essere i garanti della sicurezza e della salute dei cittadini, qui ci si dimentica che dobbiamo già far fronte ai bisogni di chi è rimasto senza lavoro e non sa come pagare le bollette”.

“Al momento – continua Gandolfi – abbiamo 4 profughi sul territorio comunale, li abbiamo coinvolti in lavori socialmente utili. In 3 hanno aderito, il quarto è sparito. Questo perché non vogliono lavorare. Io lo rifiuto questo regalo di Natale! Per non parlare poi degli abusivi, di chi bivacca a parco Lucca, dove i cittadini non possono più andare liberamente, di chi ha occupato le abitazioni sfitte. Come è possibile integrare queste persone? Forse non sono integrabili. Che sia il Governo a trovare una soluzione, non i sindaci”.

“I soldi della Regione sono dei cittadini – sbotta Giancarlo Tagliaferri di San Giorgio – i costi della assicurazione vengano coperti dai gestori”. Il prefetto Anna Palombi risponde che invece è tenuto a pagare chi beneficia del lavoro svolto. “Non voglio far lavorare i profughi Preferisco aiutare i volontari Auser” sbotta Roberta Battaglia di Caorso.

Forza Italia: “Nostri amministratori eletti per tutelare le loro comunità” – “Preoccupante il quadro delineato durante la riunione convocata dal Presidente Rolleri e dal Prefetto di Piacenza secondo il quale siamo di fronte a nuovi arrivi da scaricare ancora sulle spalle di un territorio piacentino già fortemente segnato”.

Lo afferma Jonathan Papamarenghi, Segretario Provinciale Forza Italia: “Gli amministratori di Forza Italia, lo ribadiamo, sono contrari a questo sistema di finta accoglienza in cui i nostri paesi devono pagare l’incapacità del Governo nella gestione dei flussi migratori. Riteniamo perciò assurda la proposta avanzata oggi dal Vicepresidente Calza che vorrebbe sottoscrivere un documento in cui invitare le istituzioni nazionali a prevedere l’obbligatorietà di qualche piccola mansione lavorativa per i nuovi profughi: la rivolga al suo Partito, quello Democratico che ha creato questa situazione insostenibile, tale proposta siccome noi amministratori di Forza Italia siamo convinti che la nostra Provincia ed i Piacentini abbiano già dato fin troppo”.

“Non firmeremo nessun documento in cui diamo aperture a nuovi arrivi in cambio di inutili contentini”.

“Dimostri piuttosto – continua Papamarenghi – un minimo di serietà chi gestisce questa vergognosa invasione, che privilegia solo il sistema delle cooperative, iniziando a far lavorare – gratuitamente e non con gli altri costi a carico della comunità dichiarati – chi è già in Italia a spese dei contribuenti”.

“Significativa è stata anche l’assenza, strategica, dell’amministrazione Dosi: perché non c’erano a sposare la scandalosa proposta del compagno di partito e collega nell’amministrazione provinciale Patrizia Calza? I Piacentini hanno dimostrato, anche al referendum costituzionale, che col gioco delle tre carte il PD non convince più nessuno”.

“Ormai quindi l’unico ragionamento che possiamo e vogliamo fare con la gestione buonista a parole e speculativa nei fatti del Partito Democratico, che fino ad oggi ha governato, sarà la ferma opposizione: Piacenza ed i piacentini – conclude l’esponente azzurro – hanno già dato e si opporranno ad ogni nuova iniziativa antidemocraticamente calata dall’alto. I sindaci e gli amministratori di Forza Italia sono stati eletti dai loro concittadini per tutelare le proprie comunità e non per prendersi carico dei problemi migratori malgestiti dal Governo”.