INNO MAMELI CAMBIATO PER NON TURBARE IMMIGRATI: SCOMPARE “FRATELLI D’ITALIA”

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Oggi a Bologna, in occasione della festa dedicata ai partigiani all’Istituto Aldini Valeriani di Bologna è stato cantato un inno di Mameli emasculato per non turbare gli immigrati: “Fratelli in Italia” invece di “Fratelli d’Italia”. Roba da calci in culo e nemmeno tanto metaforici a chi ha concepito questa oscena censura.

La stampa locale racconta:

Nella scuola del capoluogo emiliano si stava tenendo la commemorazione per Efrem Benati e Emilio Bussolari, un bidello e uno studente che si erano uniti ai partigiani e che sono stati fucilati a Sabbiuno di Paderno il 14 dicembre 1944. Bene.

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Secondo quanto riportato dal Tg3 dell’Emilia Romagna, la scelta deriva dal desiderio di esprimere il principio di integrazione come valore fondante della Repubblica. Messaggio che si va ad aggiungere a quelli di indipendenza e libertà di cui i partigiani si fanno promotori. “È un bel significato”, dice una stundetessa di fronte alle telecamere. “Mi sembra più adatto di come era prima – ribatte una compagna – perché comprende tutti”.

Se deve comprendere tutti, allora eliminiamolo. Non ha senso un inno nazionale ‘aperto a tutti’, è un controsenso: inni, bandiere e simboli sono per natura ‘esclusivi’, se non sono tali semplicemente non sono.

“Giù le mani dall’inno nazionale – attacca Galeazzo Bignami, consigliere regionale di Forza Italia – Questi qua (non mi saprei esprimere maggior disprezzo) dimostrano ancora una volta di essere degli anti italiani, incapaci di amare la nostra Nazione e di essere orgogliosi della nostra identità nazionale. Non si devono permettere di storpiare per la loro volgare propaganda l’Inno d’Italia. Ho già chiesto che le varie istituzioni, che sovvenzionano lautamente coi soldi nostri le loro iniziative, revochino ogni contributo. Andassero a lavorare a casa dei clandestini se vogliono essere loro fratelli e lasciassero stare il nostro Inno”.