MILANO: SINDACO ARRUOLA RONDE ETNICHE, ISLAMICI E CINESI PATTUGLIERANNO CITTA’

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Ormai siamo oltre i confini della realtà. Si assumono immigrati perché trattino con i loro connazionali criminali. Questo è già avvenuto in realtà già razzialmente compromesse come GB e Francia: con esiti ridicoli e pericolosi, come il nulla osta agli stupri etnici.

Cercansi stagisti immigrati per la “sicurezza e il dialogo con le comunità etniche presenti a Milano”. Il Comune è a caccia di studenti universitari arabi, latinoamericani e cinesi da inserire nelle pattuglie delle Polizia locale per i controlli nei quartieri a rischio, da via Padova a San Siro fino a via Imbonati.

L’assessore alla Sicurezza, tal Carmela Rozza, parla di «Modello Rotterdam» (dove per inciso il sindaco è un islamico e dove le violenze sono endemiche) e spiega:

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«Entro la primavera del 2017 vogliamo formare pattuglie miste: tre vigili di quartiere affiancati da uno stagista di origine straniera e di lingua-madre araba, cinese o spagnola. Per fare solo un paio di esempi: stagisti arabi e musulmani, ma anche latinos, in via Padova. Stagisti arabi a San Siro». Un modo per affiancare ai «ghisa» dei giovani in grado di dialogare più facilmente con cittadini immigrati della stessa etnia degli stagisti. «Tra i vigili urbani milanesi non ci sono agenti di origine straniera – aggiunge l’assessore – . Vogliamo trovare gli stagisti stranieri grazie a convenzioni con le università Cattolica, Bocconi e Bicocca che fanno master sulla sicurezza urbana e hanno studenti che arrivano da tutto il mondo».

La Rozza precisa che «gli stagisti avranno un rimborso spese e saranno dotati di indumenti identificativi. Non solo. Potranno anche ottenere un punteggio aggiuntivo nei prossimi concorsi per entrare nella Polizia locale milanese. L’inclusione nasce anche arruolando cittadini di origine straniera nelle forze dell’ordine». Due settimane fa la Rozza ha fatto un viaggio a Rotterdam per un summit europeo sulla sicurezza urbana ed è rimasta colpita dal modello adottato dalla città olandese: «A Rotterdam, che conta cittadini di 154 diverse etnie, la Polizia ha al suo interno degli agenti che sono immigrati di seconda o terza generazione. Sono agenti che curano il rapporto con i cittadini stranieri sul territorio e possono dialogare nella loro lingua per prevenire i fenomeni di radicalizzazione».

VEDREMO LE SCENE GIA' VISTE A ROTTERDM A MILANO?
VEDREMO LE SCENE GIA’ VISTE A ROTTERDM A MILANO?

«Per le aree verdi vale lo stesso principio – continua l’assessore –. Ieri (venerdì, ndr) ho incontrato il console filippino, nei prossimi giorni quelli dei Paesi latinoamericani, in primis quello peruviano. Sto chiedendo loro di indicarmi dei volontari da inserire nelle Guardie ecologiche comunali per presidiare i parchi e dialogare con gli immigrati. Anche nei parchi, come nelle strade, vogliamo affermare lo stesso principio: ci sono delle regole da rispettare».

Questi sono completamente fuori di testa. Dobbiamo fermarli, con ogni mezzo.