Minacciato e insultato per aver firmato una circolare che consente alla prefettura di assegnare ai fancazzisti africani (cosiddetti profughi) le case pignorate agli italiani. Delle minacce non ci occupiamo, ma gli insulti sono meritati. Ne abbiamo parlato, e abbiamo spiegato anche che si tratta di un circolo vizioso: vista la corruzione dei tribunali fallimentari e la collusione Magistratura-Pd-Coop, nulla di più semplice di qualche magistrato che approva un pignoramento per assegnare la casa a qualche coop.
Per questo motivo il giudice delle esecuzioni immobiliari di Lecco, Dario Colasanti, è finito sotto protezione. E ora il suo diventa un caso politico con l’Associazione nazionale magistrati di Milano che nella giornata di ieri ha espresso «solidarietà al collega, vittima di una campagna denigratoria condita da strumentale mistificazione, e oggetto, su vari siti web e blog, di violentissimi e inaccettabili attacchi, anche di minacce alla persona». Secondo i magistrati milanesi, sulla vicenda si registrano «gravi e strumentali episodi di disinformazione». Ora gli paghiamo anche la scorta.
In particolare l’associazione fa notare che «con la propria iniziativa, il giudice Colasanti non ha in alcun modo disposto che gli immobili interessati da procedure esecutive o fallimentari venissero sgomberati dai proprietari per essere assegnati a cittadini stranieri, prendendo in considerazione solo immobili già vuoti».
Errore: il magistrato ha, con questa decisione, aperto la strada anche a futuri pignoramenti in un circolo perverso di interessi osceni che sappiamo tutti legano certi settori della politica, della magistratura e delle cooperative.
«Il giudice – ricorda ancora l’associazione magistrati – ha lodevolmente cercato di contemperare i doveri connessi al proprio ruolo con esigenze umanitarie e sociali, in un’ottica di collaborazione tra autorità dello Stato».
Andate lodevolmente a trovarvi un lavoro. Vero.