Padova: profughi ubriachi abbandonano cartoni di vino per strada

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Decine di brick in cartone di vino, ormai vuoti, lasciati lungo la strada insieme a bicchieri di plastica e altri sacchetti di rifiuti. Un fatto che si ripete ormai da settimane in via Cona Padovana, in una piazzola lungo la strada, fra le proteste del residenti.
Per il sindaco Gianluca Piva non ci sono dubbi: i responsabili sono i profughi della vicina base di Conetta che ogni giorno si dirigono verso Agna e si fermano a bivaccare nello spiazzo lungo la via.

«Altri invece gettano i rifiuti direttamente in fosso o nei campi» aggiunge Piva «e lo stesso si ripete dall’altra parte del paese, in via Bole, con i migranti che arrivano dall’ex base di San Siro.
I residenti protestano per queste scene di degrado e di inciviltà e inoltre i nostri operai sono costretti a pulire in continuazione le strade. Ho segnalato il problema alla cooperativa Edeco, la ex Ecofficina, che gestisce entrambi i centri, chiedendo che si adoperino con più impegno ad insegnare ai loro ospiti l’uso dei cestini dei rifiuti e le buone regole di convivenza. Se non lo fanno loro sarò costretto a muovermi con tutti i mezzi possibili».

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Piva aggiunge che questa è solo una delle conseguenze quotidiane della presenza di oltre duemila richiedenti asilo.

«Anche il mercato immobiliare sta soffrendo dell’effetto-profughi» aggiunge Piva «con un calo delle attività di compravendita e anche del prezzo degli immobili. Lo confermano i risultati di un questionario che ho distribuito alle agenzie del territorio».
Dopo aver interpellato gli ambulanti del mercato della domenica e i commercianti del paese il sindaco ha chiesto alle agenzie immobiliari se risentono della presenza dei due centri di accoglienza a pochi chilometri l’uno dall’altro. La risposta è un sì unanime. «Già in precedenza la crisi si faceva sentire» spiega Piva «e l’apertura dei due hub ha peggiorato decisamente la situazione. Tre quarti degli intervistati calcolano una diminuzione del valore degli immobili compresa tra il 5 e il 20 per cento e tutti constatano un sensibile calo delle richieste di affitto, fino al 20 per cento per metà degli interpellati, tra il 20 e il 50 per cento per un altro quarto e addirittura sopra il 50 per cento per i rimanenti. Come sempre invierò questi dati al Viminale per dimostrare come l’inerzia del Governo stia affossando la nostra economia. Paghiamo un prezzo alto per scelte che ci sono state imposte contro la nostra volontà».