SISMA: VIGILI DEL FUOCO LASCIATI SENZA CIBO, SFAMATI DA TERREMOTATI

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Sembra una barzelletta, e invece è il governo Renzi. I Vigili del Fuoco che da 96 ore senza cambio turno stanno dando l’anima tra le macerie di Visso costretti a farsi sfamare dai terremotati

DA FACEBOOK e da un giornale locale: “Siamo il Vecchio Molino Casavecchia di Pieve Torina – epicentro della scossa 4.8 della notte scorsa, un paese fantasma n.d.r. – , una delle poche attività se non l’unica rimasta in piedi e attiva tra Muccia e Castelsantangelo sul Nera: dobbiamo sfamare oltre 150 vigili del fuoco a pasto e chi non ha più una casa. Non c’è più un negozio dove fare la spesa qui e i primi si trovano a Tolentino. Abbiamo bisogno di cibo: pasta, carne, verdure, sughi, bevande e caffè, bicchieri, piatti, posate di plastica . E magari di qualche mano in più! Aiutateci per favore”.

“Siamo rimaste aperte – spiega Silvia Fronzi che è anche la cuoca – ma ora non ce la facciamo più. Non abbiamo un euro per sfamare questa gente e nessuno è venuto a chiederci come andiamo avanti. Per fortuna gli amici hanno fato partire questa gara di solidarietà e ci è arrivata un po’ di spesa, Io mi arrangio a cucinare al meglio”.

Come è iniziato: “Quaranta vigili del fuco che stano facendo servizio a Pieve Torina sono venuti a vedere la televisione, noi avevamo aperto per dare un po’ di conforto a tre famiglie che sono rimaste senza casa, ma volevamo chiudere proprio perché si ripetono le scosse, perché siamo stanche e i pochi soldi che abbiamo li volevamo tenere per affrontare la nostra emergenza. I Vigili del Fuoco ci hanno detto che per loro sarebbe stato comodo venire a mangiare qui da noi perché il ristorante dove dovevano andare era a Fabriano. Io gli ho detto come Fabriano? Da qui sono almeno sessanta chilometri. E loro mi hanno pregato: fai la convenzione così possiamo mangiare con meno fretta e ci riposiamo anche un po’”.

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Silvia ha accettato e ha fatto la convenzione convinta, ingenuamente, che il ministero le avrebbe saldato il conto. Invece ha scoperto non solo che i vigili del fuoco da sfamare erano non i quaranta della prima sera, ma almeno 150, ma che i soldi li riceverà solo dopo una lunga trafila burocratica e dopo che saranno stati fatti tutti i controlli contabili. Ma intanto, i Vigili devono mangiare, ora, non dopo la trafila burocratica.

“Così sono stata costretta a chiedere aiuto: io non ce la faccio a sostenere la spesa di quattrocento pasti al giorno non si sa per quanto tempo e anche la fatica di cucinare per tutte queste persone comincia a farsi sentire. D’altra parte non so come fare ora a dire di no a questi ragazzi che stanno dando l’anima per aiutarci, anche perchè ora i Vigili del Fuoco vengono qui anche da Visso, da Castelsantangelo. Siamo diventate la loro piccola casa, ma se non fosse stato per chi ci ha portato un po’ di spesa avremmo già chiuso e i vigili del fuoco sarebbero rimasti a digiuno”. 

Una barzelletta. Uno immagina che i Vigili siano dotati, quando si muovono in zone disastrate, di una cucina da campo: dovrebbero essere loro a sfamare gli eventuali superstiti, non un ristorante a fare l’inverso con la spesa fatta dai terremotati. Ma i finanziamenti languono da anni e sono all’osso e il Corpo è alla mercede di un governo che taglia tutto per mantenere fancazzisti in hotel.

Per fortuna, il popolo italiano è migliore del proprio governo. Abusivo.