La commissione pari opportunità della provincia di Trento si è inventata l’acquisto (con denaro pubblico) di burkini per le donne islamiche.
Per dar corso al progetto e per farlo sembrare partecipato, la commissione (incardinata presso il consiglio provinciale) ha pensato di convocare in audizione l’associazione donne islamiche di Trento.
Ironia della sorte, un uomo solo, in rappresentanza delle donne islamiche, si è presentato. Costui «scartando», con più buon senso delle interlocutrici, la proposta perché – a suo dire – all’acquisto dei burkini potranno eventualmente provvedere mariti, fratelli o padri, ha rilanciato invece l’orario «riservato» esclusivamente alle donne nelle piscine pubbliche.
Tali notizie sono riportate nella premessa di un’ interrogazione presentata ieri dal consigliere provinciale Rodolfo Borga.
Nel documento, Borga, oltre a chiedere se la cosa corrisponda a verità, interroga la giunta per conoscere anche, con riferimento agli anni dal 2010 al 2015, quali sono le associazioni femminili di donne straniere contattate dalla Commissione Pari Opportunità (nella foto) e quale religione “rappresentano” le associazioni contattate.
Tragicommedia in salsa trentina: finanziamento pubblico per l’acquisto dei burkini