Il New York Times, una volta prestigioso quotidiano – oggi non più, ma comunque da sempre megafono della dell’intellighenzia globale – è impegnato da mesi in una pacchiana campagna per ‘fermare Trump’ e portare il cyborg Clinton alla Casa Bianca. L’ultima bombetta lanciata contro Trump riguarda il fatto che il candidato repubblicano non avrebbe pagato tasse nel lontano 1995: legalmente.
Ma come mai, al di là dell’essere l’organo globalista per eccellenza, il NYT è così impegnato nel disperato tentativo di affondare Trump?
Segui il denaro, diceva qualcuno. E il denaro porta, dritto dritto, al megamiliardario messicano Carlos Slim azionista di riferimento del New York Times, al quale l’attuale proprietario deve, inoltre, una cifra che supera il valore del giornale.
Ora. Voi dovete sapere che il buon Carlos è diventato ricco grazie alle telefonate degli immigrati messicani che vivono negli Usa verso casa. Molti di questi immigrati, circa 15 milioni, sono clandestini. Sulle telefonate, essendo Slim monopolista in Messico, la sua società ricarica cifre da capogiro. E’ talmente lucroso, per lui, il sistema, che ha acquistato il già prestigioso New York Times per perpetuarlo. Dall’acquisto, il NYT è diventato infatti ‘stranamente’ strenuo difensore dell’immigrazione. E ora non può che essere ‘terrorizzato’ da colui che vuole fermare il traffico di ‘telefonisti’ lungo il confine e rimpatriarne qualche milione.
Basta seguire le briciole, per comprendere i motivi che spingono giornali, multinazionali e media a perorare il ‘mondo senza frontiere’ e attaccare chi vuole cambiare le cose.