SINDACO DICHIARA INAGIBILE VILLONE: SVENTATO ARRIVO PROFUGHI

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Carrù, 4500 abitanti, in provincia di Torino. Ci sono novità su questa vicenda: AFFARISTA AFFITTA PALAZZINA A 30 PROFUGHI: INTERO PAESE PROTESTA

Un’ordinanza firmata dal primo cittadino Stefiania Ieriti dichiara infatti inagibile l’immobile che il suo proprietario aveva deciso di dare in gestione ad una cooperativa per l’accoglienza dei profughi.

Il sopralluogo è avvenuto lo scorso 26 settembre e l’ordinanza è stata firmata ieri e trasmessa poi all’Asl. “L’immobile è vetusto e richiede il rifacimento di tutta l’impiantistica – spiega il sindaco. Non è a norma ai fini abitativi e quindi, fino a quando non saranno effettuati gli interventi necessari, non è abitabile. Il sopralluogo dell’Ufficio tecnico ha evidenziato carenze dal punto di vista della sicurezza e sotto il profilo igienico e sanitario”.

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In qualche modo la Ieriti, con questa ordinanza, ha aggirato l’ostacolo. Fino a quando l’edificio di viale Vittorio Veneto, dove una volta c’era l’ex Consorzio Agrario, non sarà messo a norma, non potrà ospitare nessuno.

“Un anno fa il proprietario aveva coinvolto il Comune in una procedura edilizia volta all’approvazione di un piano di recupero dell’immobile, vetusto e sfitto da molto tempo. Si era parlato della costruzione di 15 bifamiliari a due piani, un intervento che avrebbe riqualificato l’intera zona, piuttoso centrale. L’amministrazione era stata coinvolta e concordato il sopralluogo. Poi, senza essere stati informati, ci siamo trovati di fronte al fatto che questo stesso edificio avrebbe accolto dei profughi. Ma, come ha appurato l’ufficio tecnico, non è possibile, perché non a norma. Quando lo sarà, il proprietario potrà disporne liberamente”.

E ribadisce: “Non è una questione di razzismo, ma di rispetto per le persone che verranno accolte. Inoltre, come sindaco, non trovo corretto che si faccia tutto alle nostre spalle. La situazione riguarda molti altri comuni, in tutto il Paese, Carrù non è un caso isolato. Io mi occupo anche di immigrazione e diritti civili, sono sensibile e attenta a questi temi, ma così non funziona: non si fanno le cose alle spalle dei cittadini, perché poi sono loro quelli chiamati a fare integrazione”.