La maestrina faceva corsi di lingua al profugo, ora l’ha sposato

Vox
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Ci informa il giornale locale, che la festa di nozze si è protratta fino alle ore piccole di ieri mattina, coi parenti di entrambi gli sposi a condividere baccalà alla vicentina, un piatto nigeriano, e danze sul prato.

La sposa è Gemma Gonzo (quando il nome è rivelatore!), 30 anni, maestrina di Isola Vicentina, e Kingsley Oseghale, 28, richiedente asilo nigeriano scaricato a Lampedusa un anno fa dai cuckold di Renzi, che da giovedì sono marito e moglie. Alla faccia vostra. E aspettano già un piccolo mulatto, Elia, che nascerà a febbraio. Un chiaro esempio di cosa significa imbottire le città di africani: le componenti degradate della società, gli scarti che non trovano un partner decente, finiscono per ‘innamorarsi’ di quello che capita.

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Scrive il giornale locale, che parla di ‘favola’, perché il degrado e il tradire la propria identità è assurto a fatto positivo nei media di distrazione di massa e nei cervelli degli etnolesi:

Ma anche una favola che farà discutere, se non altro perché è il primo matrimonio di questo tipo celebrato non solo in un paesino come Isola Vicentina, ma anche uno dei primi in tutta Italia. Ma loro si fanno un baffo di quello che può pensare la gente: «Ci amiamo. E tutto il resto non conta». Nemmeno le preoccupazioni dei parenti.

Noi sappiamo già come andrà a finire. Durerà poco. Ma intanto avremo un mulatto in più. E il danno è fatto. E’ il genocidio con altri mezzi: che danneggia più affondo la società di quelli per sterminio, perché non solo elimina ‘bambini autoctoni’ che non nasceranno, ma aggiunge anche la presenza di individui estranei che saranno un peso per la società. E la cosa ‘straordinaria’, in senso negativo, è che questo genocidio con altri mezzi lo stanno portando avanti uomini italiani che riforniscono maestrine che non trovano altro come quella in foto di giovani maschi africani.