ARCI: FIDI BANCARI PER INVESTIRE NEL BUSINESS PROFUGHI

Vox
Condividi!

Dal giornale economico Il Nord:

”E’ vero, non ci arrivano fondi da mesi: anche otto e siamo al limite del collasso. Ma non è vero che metteremo i rifugiati per strada. Speriamo solo che lo Stato trovi nelle voci di bilancio i soldi per coprire questi scoperti”.

Vox

Dopo l’emergenza sul buco dei conti da destinare all’accoglienza, che potrebbe tra qualche settimana portare in strada circa 20 mila profughi per la paralisi delle strutture di aiuto, è il responsabile immigrazione dell’Arci, Filippo Miraglia a parlare. L’Arci, tra le più grandi organizzazioni di volontariato in Italia, non nasconde le difficoltà e sottolinea come queste deficienze di bilancio non fanno che provocare interessi per le banche.

”Abbiamo firmato convenzioni dopo regolari bandi pubblici – sottolinea Miraglia – e ci siamo impegnati in spese per affitti, contratti con operatori e spese per seguire rifugiati e richiedenti asilo. Gli scoperti che stiamo accumulando vanno a banche ed interessi passivi. C’è un limite oltre il quale non possiamo andare. Lo Stato non può firmare contratti e poi non rispettarli”. Insomma, il business dei migranti funziona solo con i soldi pubblici ed è così ”interessante” da poter ottenere perfino dei fidi in banca. Certo, se poi lo stato non paga sono guai…

Definire l’Arci una organizzazione di volontariato, è come definire – ci si passi l’ironia – Pacciani un amico dei bambini. Prima di tutto i volontari non si fanno pagare. Secondo, non imbottiscono i propri circoli – in realtà veri e propri bar che di circoli hanno solo le agevolazioni fiscali – di slot machine e videopoker.