EPIDEMIE DI SCABBIA E TUBERCOLOSI: FALSI CERTIFICATI PER ATTESTARE CHE PROFUGHI SONO SANI

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Vigili urbani con le tute protettive per difendersi dal rischio di contagio: scabbia, tubercolosi e chissà quale altra malattia portata dall’Africa. Una precauzione obbligatoria dopo le ripetute proteste degli agenti che, ogni giorno, devono andare nel centro d’accoglienza per presunti minori in via Sant’Annibale Maria di Francia, a Fidene, per accompagnare i giovani maschi africani provenienti dai campi di smistamento nel Sud dopo gli sbarchi e portarli in altre regioni sulle auto di servizio. Autisti dei fancazzisti.

«Nonostante le trascorse e accertate epidemie di scabbia e tubercolosi – denuncia Marco Milani, coordinatore romano dell’UglPl – nulla sembra essere cambiato per gli agenti della polizia locale, ai quali continua a essere richiesto di provvedere al trasporto, all’identificazione e all’accertamento della minore età di questi ragazzi». Secondo il sindacalista «gran parte degli ospiti non è mai stata sottoposta a una visita medica da quando è approdata in Italia e nei centri sembra essere sufficiente l’inconsueta “attestazione infermieristica”, spesso redatta da persone assunte con contratto trimestrale». Ecco perché quando scendono dalle navi dei marinaretti non sono tutti infetti, il certificato lo firmano gli infermieri di Renzi.

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Documenti sospetti, tanto che – afferma ancora Milani – «in qualche caso abbiamo contezza che sia stata stilata in modo mendace». «Gli agenti – conclude il sindacalista – non si fidano e si vedono costretti a indossare a loro stessa tutela tute e mascherine protettive, nonostante le temperature tropicali dei giorni scorsi».

«Non si capisce perché le nostre scarse risorse debbano essere impiegate a favore di cooperative che gestiscono da anni fior di finanziamenti pubblici. I contributi per un minore infatti possono facilmente arrivare a 70 euro giornalieri», conclude Milani.