Sangue di clandestini da paesi con malattie endemiche per i terremotati

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Siamo alla bieca propaganda. E speriamo si limitino a quella.

A donare il sangue oggi, all’ospedale San Paolo di Savona, si sono presentati una decina di giovani maschi africani fuggiti dalla guerra in Siria, ospiti di una cooperativa locale.

Ovviamente li hanno portati quella della coop, ma avevano già la dichiarazione preparata: “Abbiamo saputo di questa emergenza umanitaria e siccome l’Italia ci ha aiutati quando siamo scappati dalla guerra e dalla miseria – ha raccontato un profugo pappagallino – ci sembrava giusto rispondere all’appello e aiutare coloro che ora soffrono e sono in difficoltà”.

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Anche nei prossimi giorni, ha annunciato la coop locale, altri cosiddetti profughi andranno in ospedale o presso altre associazioni che raccolgono il sangue per effettuare le loro donazioni.

Speriamo, dicevamo, sia bieca propaganda e basta. E ci spieghiamo. Questi individui arrivano da Paesi ad altissima concentrazione di patologie trasmissibili attraverso trasfusione. Sono individui dei quali non si conosce la storia: immettere il loro sangue nel sistema è un’azione criminale.

Ad esempio, a molti omosessuali è vietato donare il sangue, per la loro vita sessuale promiscua ad alto rischio. A questi, sbarcati ieri, è permesso. Ma probabilmente è tutta scena, e una volta usciti l’hanno gettano nel cesso. Speriamo.